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Intesa non denuncia sospetto riciclaggio. Rischia 30 milioni di multa

Intesa non denuncia sospetto riciclaggio. Rischia 30 milioni di multa
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Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Torino ha segnalato al ministero dell’Economia e alla Banca d’Italia Intesa Sanpaolo e il direttore di una filiale private banking dell’istituto, per non aver adempiuto all’obbligo di segnalazione di operazioni sospette, per un importo complessivo di oltre 77 milioni di euro, effettuate da un imprenditore torinese, Giovanni Perone, da tempo tra i principali clienti della banca. L’uomo, già implicato in inchieste giudiziarie della procura di Torino, è stato oggetto il 17 luglio scorso di un sequestro preventivo di 110 milioni di euro.

La banca e il direttore della filiale, come spiega una nota della Guardia di Finanza, avrebbero violato la legge 231/2007 in materia di antiriciclaggio e ora rischiano una sanzione amministrativa al massimo pari al 40% del valore della somma oggetto di contestazione. In questo caso, quindi, circa 30,8 milioni. Secondo le Fiamme gialle, riferisce l’agenzia Reuters, le indagini avrebbero appurato che il denaro movimentato dall’imprenditore”non sarebbero state adeguatamente valutate e verificate da parte dell’istituto bancario, pur presentando aspetti di anomalia, alla luce degli obblighi antiriciclaggio”.

La normativa prevede che le banche siano obbligate a collaborare con le autorità nel segnalare operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia.Per la Gdf, gli accertamenti “hanno messo in luce come l’istituto bancario non abbia adempiuto a tale obbligo, nonostante fossero oggettivamente evidenti elementi di anomalia negli sproporzionati versamenti di fondi di cui era completamente ignota l’origine”. “Dopo più di tre anni dall’avvenuta esecuzione delle movimentazioni, solo successivamente all’intervento dei finanzieri presso gli uffici della banca, l’istituto di credito ha segnalato il contesto alle autorità competenti”, si legge ancora nella nota. “Questo prolungato ritardo, pertanto, non ha consentito di eseguire le immediate investigazioni valutarie da parte degli organi deputati ai controlli”.

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