Anche se fa male, la guerra esercita da sempre un certo fascino e, non a caso, il media videoludico, nonostante la sua relativa giovinezza, cerca da decenni di trasportare le esperienze belliche sulle nostre console. Negli ultimi anni, nonostante alcune meritevoli eccezioni, il videogioco bellico per eccellenza è stato uno solo: Call of Duty. Dalle spiagge della Seconda Guerra Mondiale, ad Hamburger Hill, fino all’alta tecnologia del futuro prossimo, Call of Duty ha saputo declinare l’argomento in decine di modi diversi trasformandosi in una saga miliardaria, con milioni di fan in tutto il mondo. Quest’anno, dopo la mezza delusione dell’ultimo episodio, Activision ha deciso di fare le cose in grande, proponendo un episodio, intitolato Advanced Warfare, che va ad esplorare un futuro forse non troppo lontano e coinvolge addirittura Kevin Spacey. L’attore di House of Cards, infatti, ha accettato di interpretare il principale antagonista del gioco, Johnatan Irons, cinico presidente di un’esercito privato nonché pazzo criminale desideroso di imporre il suo dominio su tutto il mondo.

Sledgehammer Games, gli sviluppatori del titolo, hanno costruito un mondo futuribile ma realistico, dove alle classiche armi cui siamo abituati si aggiungono avveniristici esoscheletri capaci di incrementare notevolmente le capacità fisiche dei soldati. Questa aggiunta è importante ai fini della trama ma lo diventa ancora di più dal punto di vista delle meccaniche di gioco. Call of Duty, finalmente, si libera dalle costrizioni degli sparatutto classici (corridoi, coperture e scivolate) per aprirsi a un approccio ludico molto più moderno, ispirato anche a produzioni concorrenti, come il recente Titanfall (non a caso sviluppato da un team di ex designer della saga bellica di Activision).

Questa innovazione permette alla serie di tornare fresca dopo un periodo di stanca abbastanza preoccupante e, soprattutto, risponde alle richieste dell’enorme comunità degli appassionati che, ormai da qualche anno, chiedevano a gran voce maggiore coraggio da parte degli sviluppatori. Facendo tesoro delle critiche ricevute con Ghosts, penultimo episodio della serie, bocciato da pubblico e critica, gli sviluppatori hanno riformato anche il comparto multigiocatore che, in Advanced Warfare, risulta essere molto più simile a quello – amatissimo – di Black Ops II il capitolo uscito nel 2012. Tornano le personalizzazioni delle armi, i cosidetti perks, così come mappe di gioco capaci di sfruttare al massimo le potenzialità degli esoscheletri. I giocatori che si sono fatti le ossa sui vecchi episodi avranno bisogno di qualche giorno di pratica prima di dominare il nuovo sistema, mentre chi non ha mai provato l’ebrezza degli scontri online riuscirà a divertirsi abbastanza velocemente anche se le competizioni di alto livello rimangono appannaggio di pochi eletti in grado di dedicare ore e ore ai più reconditi segreti del gioco.

Stiamo assistendo a un grande ritorno alle origini, dunque? Forse non del tutto: la saga di Call of Duty è cresciuta con la vecchia generazione di console e, oltre a rappresentarne uno dei prodotti più significativi, ne incarna anche tutte le debolezze e i limiti. La trama lineare, la poca libertà di esplorazione e il focus ossessivo sul multiplayer competitivo online rischiano di stancare il grande pubblico che, da Playstation 4 e Xbox One si aspetta esperienze ludiche più complete e innovative. Advanced Warfare rappresenta, da questo punto di vista, un ritorno sulla strada giusta dopo lo svarione di Ghosts. Tuttavia, a partire dal prossimo episodio, Activision dovrà riflettere seriamente sul destino di una serie che, senza una nuova visione, rischia di diventare leggermente polverosa. Per ora l’eventualità è ancora lontana ma i concorrenti diventano sempre più agguerriti e non è detto che rimangano innocui ancora per molto.

Call of Duty: Advanced Warfare è disponibile per Playstation 4, Xbox One, Playstation 3, Xbox 360 e PC.

A cura di Nicolò Carboni

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