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Inps: se per non pagare si ‘prevede’ la guarigione dall’autismo

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Incredibile ma vero! Il tribunale di Napoli ha stabilito che dall’autismo si guarisce, forse è singolare che una notizia che interessa circa 600.000 persone nel nostro Paese sia così trascurata dai media ma tant’è.

La guarigione dall’autismo, non se ne abbiano a male i medici che stanno storcendo il naso dall’utilizzo ripetuto della parola guarigione, sarebbe possibile, anzi addirittura probabile.
Per il piccolo G., affetto da disturbo pervasivo dello sviluppo con deficit comportamentale e della comunicazione di 9 anni, il medico legale Stefano Russo lo scorso aprile 2014 prevede e prescrive la guarigione. Sfortunatamente il medico in questione non è uno studioso di esoterismo o un esperto di astrologia ma un consulente tecnico d’ufficio della sezione lavoro e previdenza del foro partenopeo.Inps

Nella sua relazione si legge proprio che: “Una adeguata riabilitazione…evoluzione migliorativa fino alla parziale o totale remissione clinica”. Totale remissione clinica.

Chissà se il medico in questione abbia avuto una pur vaga idea di quello che stava scrivendo, chissà se qualcuno leggendo queste righe comprenderà la gravità, prima ancora umana che professionale, di questo giudizio. Umana e professionale.

La storia di G. inizia come tante storie di questo genere con la assurda revoca dell’indennità di accompagnamento da parte dell’Inps e la legittima conseguente richiesta dei genitori di un giudizio con la nomina di un consulente da parte del tribunale.

Che si tratti di un bambino autistico non vi è alcun dubbio, se avrete la pazienza di leggere la relazione lo scoprirete anche se non siete esperti di neuropsichiatria infantile.
Ed è altrettanto certo che il piccolo G. non raggiungerà mai un miglioramento come quello che di cui si scrive.

P.s. Ovviamente questa “brillante “previsione medico legale ha fatto ritenere giusta la revoca dell’indennità di accompagnamento di cui beneficiava il bambino. Per la gioia dell’Inps e del deficit pubblico italiano. Vergogna, vergogna, vergogna !

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