Ore complicate per gli impiegati Caf che, con le scadenze alle porte, si trovano ad interpretare migliaia di delibere nel mare magnum delle tasse. L’ultimo caos riguarda l’Imu e il fatto che l’ingresso della Tasi abbia portato con sé lo sdoppiamento delle imposte e delle relative documentazioni. Franco Galvanini, responsabile fiscale del Caf Cisl con alle spalle anni di esperienza, ha detto a Labitalia: “Solo con l’Imu avevamo a che fare con 8.053 delibere, ora con la Tasi dobbiamo leggerne e interpretarne il doppio”, visto che ora il contribuente deve pagare sia l’Imu e che la Tasi.

“Il problema è che ogni comune fa storia a sé e quindi bisogna analizzare delibere e regolamenti, che spesso non sono chiarissimi e danno spazio a interpretazioni diverse. Se si vuole si può procedere in autonomia, su internet è possibile trovare tutta una serie di calcolatori. Ma è necessario sapere bene cosa inserire”. Anche perché “le variabili che sono state introdotte sono tantissime. Si va dai comuni che hanno deliberato l’aliquota punto e a capo, a quelli che hanno deliberato l’aliquota e hanno previsto delle detrazioni fisse per l’abitazione principale, a quelli che hanno deliberato detrazioni tenendo conto anche delle pertinenze, fino ad arrivare a quelli che applicano detrazioni in presenza di figli”.

Le cose dunque, non sono semplici e i Caf si trovano di fronte a giornate da azzeccagarbugli: “Molti Comuni hanno ritoccato l’Imu per fare spazio alla Tasi, altri invece non hanno neanche deliberato”, continua Galvanini. “Il cosiddetto incrocio con la Tasi  fa cambiare le aliquote Imu, qualche volta anche per venire incontro ai contribuente”, conclude “Le stesse regole nazionali, poi, sono cambiate. Tutto ciò ha alimentato i cambiamenti e, quindi, anche le delibere che comunque gli operatori dei Caf devono studiare e recepire per far pagare correttamente i contribuenti”. 

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