Devono preparare gli scatoloni e lasciare i palazzi situati nei dintorni di Montecitorio. Sono i 440 tra parlamentari e collaboratori che lavorano all’interno degli edifici di proprietà della Milano90 di Sergio Scarpellini. A dicembre scadono i contratti d’affitto per gli uffici e la Camera è nel panico, non si sa dove piazzare gli sfrattati. Ma tra via del Pozzetto, via Poli e via Mercede in realtà non c’è aria di trasloco, nonostante manchino solo due mesi. I più preoccupati sono invece i dipendenti di Milano 90: “Non siamo mica come i commessi della Camera, noi prendiamo 1000 euro al mese per gli stessi servizi, e con molta probabilità andremo a casa”. E’ l’effetto del lodo Fraccaro, dal nome dal parlamentare M5s che ha portato avanti la battaglia nell’ufficio di presidenza contro gli affitti d’oro. “I tre palazzi Marini ci costavano ogni anno 32 milioni, gli italiani spendevano 8 mila euro al mese per ogni deputato – spiega il grillino – un contratto scandaloso stipulato vent’anni fa da Violante che ha permesso a Scarpellini di diventare proprietario dei palazzi con i soldi dell’affitto della Camera”. Le soluzioni su dove collocare i deputati sono ancora campate in aria. Si parla di un open space, probabili ristrutturazioni alla Camera, addirittura circola l’ipotesi di un forfait di 1000 euro da assegnare ad ogni parlamentare per l’affitto di una stanza. Per Fraccaro la via da percorrere è semplice: “Basterebbe riqualificare gli spazi interni ai palazzi di proprietà della Camera per dare una scrivania a tutti i collaboratori e garantire postazioni volanti per i parlamentari”. E poi assicura: “Le lettere indirizzate ai deputati arriveranno a breve e si chiederà di lasciare gli uffici entro il 22 gennaio”. “Per quanto riguarda i lavoratori di Milano 90 troveremo una soluzione, si potrebbe pensare ad un bando per ricollocarli”, aggiunge. I questori e l’ufficio della presidenza della Camera sono a lavoro, alla disperata ricerca dei locali. Non si scarta nemmeno l’ipotesi più paradossale, quella di stipulare un nuovo contratto d’affitto con Scarpellini per uno dei tre palazzi, magari a prezzo di mercato. Per adesso il re del mattone annuncia un possibile ricorso per la disdetta anticipata di luglio, senza il pagamento degli onerosi oboli previsti fino al 2016-2018: Altra situazione che mette in allarme. “Alla fine penso che non cambierà nulla, sarà complesso trasferirci, resteremo qui – afferma sconsolato un assistente di un parlamentare del M5S – ma se dovessimo traslocare non sarà un dramma, non c’è bisogno di fare gli scatolini, noi viaggiamo leggeri” di Irene Buscemi

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