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Nobel fisica, l’esperto: “Premio popolare, fa capire come la scienza migliora la vita”

“Sono davvero entusiasta, è uno di quei premi che hanno dentro tutto - commenta a caldo Amedeo Balbi, astrofisico dell’Università di Roma Tor Vergata e divulgatore scientifico -. Il percorso che ha portato al premio di oggi parte all’inizio del XX secolo, dalla ricerca fondamentale nel campo della meccanica quantistica, e si trasforma nel tempo in innovazioni, portando ad esempio a pc e telefoni cellulari"
Nobel fisica, l’esperto: “Premio popolare, fa capire come la scienza migliora la vita”
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Tutto ha inizio con una semplice telefonata. La tradizione vuole che sia annunciato così ai vincitori dei premi Nobel che quest’anno è toccato proprio a loro. A volte capita che non si riesca ad avvisare subito la persona interessata. E può succedere che il premiato apprenda la notizia quando tutto il mondo ne è già a conoscenza. Sembra sia accaduto proprio così lo scorso anno allo schivo Peter Higgs, premiato per l’ormai famoso bosone, che avrebbe saputo del riconoscimento da una vicina di casa, alcune ore dopo l’annuncio ufficiale. Stamattina le telefonate della Royal Swedish Academy of Sciences hanno raggiunto gli scienziati giapponesi Hiroshi Amano e Isamu Akasaki, della Nagoya University, e l’americano Shuji Nakamura, dell’University of California, Santa Barbara, vincitori per l’invenzione del Led, una nuova fonte d’illuminazione pulita ed ecosostenibile. “È incredibile”, è stata la prima, meravigliata risposta di Nakamura, subito dopo lo squillo del telefono. 

“Nello spirito di Alfred Nobel il premio per la fisica del 2014 è andato a un’invenzione di grandissimo beneficio per l’umanità, lui ne sarebbe molto felice – si legge nella nota dell’Accademia di Svezia che dà l’annuncio del riconoscimento -. I premiati hanno avuto successo dove tutti gli altri hanno fallito. Quella delle lampade a Led è un’invenzione rivoluzionaria, che ha contribuito alla salvezza delle risorse del Pianeta e – scrive la Fondazione Nobel – potrebbe fornire energia a basso costo a oltre un miliardo e mezzo di persone che in tutto il mondo vivono senza reti elettriche. Come le lampade a bulbo hanno illuminato il ventesimo secolo, i Led saranno le luci del ventunesimo secolo”. 

A partire dal 1901, sono in tutto 195 gli scienziati che hanno ricevuto il premio in fisica. Uno solo di loro è stato premiato due volte, John Bardeen, nel 1956 e nel 1972. Solo due donne hanno vinto finora il Nobel in questa disciplina, nel 1903 Marie Curie, che ha vinto anche il premio in chimica nel 1911, e Maria Goeppert-Mayer nel 1963. Il più giovane a ricevere il riconoscimento è stato Lawrence Bragg che, a soli 25 anni, nel 1915 ha vinto il Nobel insieme al padre. Il più anziano è stato, invece, Raymond Davis Jr, premiato nel 2002 all’età di 88 anni. La categoria in cui ci sono stati più riconoscimenti, 34 in tutto, è quella della fisica delle particelle.  

Un Nobel green quello della fisica 2014. Un quarto del consumo di elettricità nel mondo è dovuto all’illuminazione. Le lampade al Led consentono un notevole risparmio energetico, poiché durano fino a 100mila ore, contro le 1000 delle tradizionali lampade a incandescenza. “Sono davvero entusiasta, è uno di quei premi che hanno dentro tutto – commenta a caldo Amedeo Balbi, astrofisico dell’Università di Roma Tor Vergata e divulgatore scientifico -. Il percorso che ha portato al premio di oggi parte all’inizio del XX secolo, dalla ricerca fondamentale nel campo della meccanica quantistica, e si trasforma nel tempo in innovazioni, portando ad esempio a pc e telefoni cellulari. L’Accademia di Svezia – aggiunge lo scienziato – ha colto nel segno con un premio popolare, assegnato per un’invenzione, il Led, che tutti abbiamo sotto gli occhi. Non c’è bisogno di spiegarla, nessuno può dire: a cosa serve? Basti pensare al risparmio che ha prodotto sulle bollette della luce. Si tratta di un riconoscimento – sottolinea Balbi – che serve a far comprendere subito quanto è importante la ricerca. Quanto è fondamentale chiedersi il perché delle cose. E, soprattutto – conclude lo studioso -, come la scienza può cambiare concretamente e migliorare la vita di ciascuno di noi”.

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