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Juve-Roma, il condannato Moggi attacca Travaglio: “Uno pseudo tifoso”

L'ex direttore generale del club bianconero, condannato in appello a 2 anni e 4 mesi nel processo Calciopoli, attacca il condirettore de Il Fatto Quotidiano per le dichiarazioni di lunedì dopo gli episodi di Juventus-Roma: "Da juventino non mi vergognavo così tanto dai tempi di Luciano Moggi"
Juve-Roma, il condannato Moggi attacca Travaglio: “Uno pseudo tifoso”
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“Travaglio? Non solo non è juventino, è proprio contro la squadra bianconera”. Parola di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, condannato in secondo grado nel processo Calciopoli, che dalle pagine di Libero attacca Marco Travaglio per le parole espresse, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora: “Da juventino non mi vergognavo così tanto dai tempi di Moggi. L’allievo (Andrea Agnelli) ha superato il maestro”.

Lui, invece, per la Juventus ha fatto molto, tanto da essere ancora rimpianto da una parte dei tifosi bianconeri e lanciarsi in una pronta difesa del club che gli ha regalato successi in campo nazionale e internazionale. “Che dire a questo signore che costruisce la sua fama attaccando persone e cose importanti?”, si chiede l’ex dg definendo il giornalista uno “pseudo tifoso juventino“. Travaglio non solo non è juventino, continua, “ma è proprio contro la Juve”. Moggi tiene a ricordare al co-fondatore de Il Fatto Quotidiano che “le motivazioni dei vari processi, da quello sportivo a quello ordinario recitano: “Campionato regolare, nessuna partita alterata, sorteggio regolare”. Sarà, ma lui, vertice di quella che veniva definita “La Triade” juventina, per lo scandalo che ha colpito il calcio italiano nel 2006 è stato condannato in appello a una pena di 2 anni e 4 mesi di detenzione. Dalla giustizia sportiva, inoltre, è stato inibito per 5 anni e ha subito la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango e categoria della Figc. Moggi sostiene dalle colonne di Libero la regolarità dei campionati svolti durante la sua permanenza all’interno della dirigenza della Juventus, ma la sentenza dei giudici parla di una “peculiare capacità di Moggi di avere una molteplicità di rapporti a vario livello con i designatori arbitrali fuori dalle sedi istituzionali, ai quali riusciva a imporre proprie decisioni e proprie valutazioni su persone e situazioni coinvolgendoli strettamente così nella struttura associativa e nel perseguimento della comune illecita finalità. Appaiono eclatanti le diverse incursioni di Moggi, assieme a Giraudo, negli spogliatoi di arbitri e assistenti“. 

Nel suo articolo, “Lucianone” si scaglia contro chiunque abbia attaccato di recente il club torinese, prendendo di mira chi ieri, dopo la partita, ha sollevato il caso in parlamento. “C’è in gioco l’avvenire della patria e questo (il deputato del Pd Marco Miccoli, ndr) pensa al campionato di calcio” scrive Moggi che, poi, attacca un altro “pseudo juventino” e nemico di sempre, l’attuale allenatore del Cagliari, Zdenek Zeman: “Dovrebbe pensare alla squadra che gli è stata consegnata, anziché parlare male delle persone, visto che, a campionato appena iniziato, già naviga in zona retrocessione”. E continua: “A lui interessa cantare, tanto se lo esonerano prende ugualmente lo stipendio. Chissà che un giorno gli si possano aprire le porte di Sanremo”. 

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