Twitter darà 10 milioni di dollari al Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston per analizzare tutti i tweet generati dal 2006 a oggi, un laboratorio per quella che viene definita una “social machine”. Lo scopo della ricerca, che durerà cinque anni, è studiare quali siano i problemi degli utenti discussi nel social dei 140 caratteri per elaborare nuove piattaforme destinate a soggetti pubblici o privati. Le reazioni del pubblico su mass media e social saranno elaborate per capire quali siano le questioni sociali sollevate in rete e di conseguenza comprendere le esigenze e le discussioni dei navigatori. “Con questo investimento – spiega Dick Costolo, Ceo di Twitter – stiamo cogliendo l’opportunità di approfondire la ricerca per definire il ruolo di Twitter e delle altre piattaforme sul modo in cui le persone comunicano e gli effetti che questa comunicazione può avere su problemi sociali complessi”.

Sono circa 500 milioni i tweet postati ogni giorno, e i ricercatori del Mit scandaglieranno quelli degli ultimi otto anni per cercare schemi e indicazioni sulle interazioni via social network. Lo studio sarà coordinato da Deb Roy, professore associato della Mit che una volta a settimana lavora per Twitter come media scientist. Insieme a lui il team di Lab (Laboratory of social machines) una costola dell’ateneo di Boston che si occupa dell’analisi semantica dei contenuti in rete in base alla reazione degli utenti di fronte ad avvenimenti reali. Obiettivo è creare una piattaforma sempre aggiornata, interattiva e accessibile da usare come risorsa per i navigatori. Condensare passioni, condivisioni e interazioni degli utenti in un unico “agglomerato” darà vita, secondo Costolo, a nuove forme di comunicazione pubblica e organizzazione sociale.

“Lo studio sarà focalizzato nell’analizzare l’interazione tra esseri umani e mezzi tecnologici – ha dichiarato Deb Roy -. Il flusso continuo di feedback nei social network può effettivamente diventare un catalizzatore per la trasparenza e l’affidabilità reciproca tra individui e istituzioni”.

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