“Renzi non è la Thatcher né Berlusconi, ma la riforma più importante che avrà un grande impatto per l’Italia è il Jobs act, si andrà avanti anche per decreto”. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio (Pd) durante un dibattito all’Isola Tiberina a Roma, nell’ambito della manifestazione Atreju organizzata da Fratelli d’Italia. “Andremo avanti con la delega, è necessario creare ammortizzatori universali, ridurre le varie misure previste oggi, servono nuove tipologie di lavori” spiega dal palco. “Il vero problema in Italia non è la disoccupazione ma l’occupazione, sono pochi gli italiani attivi” aggiunge. Su una possibile spaccatura con la minoranza del Pd che si oppone alle modifiche in bianco dell’art. 18, Delrio è lapidario: “Sono sicuro che troveremo una sintesi”. Ma durante il dibattito ci tiene a precisare che Matteo Renzi ha la maggioranza in direzione e il partito non è in ostaggio. Per quanto riguarda le coperture finanziarie, secondo i detrattori difficili da racimolare, il sottosegretario assicura: “Ci sono, vedrete”. Più dubbioso Corradino Mineo: “Non ci sono soldi, è difficile attuare quell’impianto previsto da Renzi mesi fa, il governo cede il feticcio dell’art. 18 a Sacconi e ai capitalisti, sperando serva a rilanciare l’economia, ma non funzionerà”. E ancora: “Il Pd non si spacca perché oramai il partito è di Renzi, ma il premier deve convincere, non può zittire quei parlamentari che sono stati eletti con un altro programma, molto diverso da quello che dice Sacconi o dai patti con Berlusconi”  di Irene Buscemi

 

 

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