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Governo Renzi: aspettiamoci nuove privatizzazioni nei servizi

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Non è stata inserita nel decreto-legge “sblocca Italia” una norma sulle aziende di servizi, ma attendiamocela presto. Si dice nella legge sul patto di stabilità. Del resto, c’è da ritenere che l’ennesimo tweet dello scout “municipalizzate: sfoltire e semplificare da 8.000 a 1.000″, non sia stato lanciato a caso, ma dietro ci sia un preciso progetto, che già peraltro ha preso forma con il programma di razionalizzazione di Carlo Cottarelli.

Il problema è che in realtà qui non si tratta tanto di “sfoltire e semplificare”. Bisogna sempre interpretare le parole dei politici. Per esperienza personale ad esempio ho capito che le leggi che nelle premesse dicono di voler salvaguardare l’ambiente sono le più pericolose proprio per l’ambiente.

Ed anche qui, quando apparentemente si vuole far risparmiare la collettività, l’intento che si cela in realtà è quello di far fare profitti ai privati.

È quello che emerge dal documento “A revamped M&A Scenario” che Altreconomia ha avuto modo di visionare questo mese. Secondo Luca Martinelli, l’eventuale obbligo di dismissione azionaria imposto a Comuni e Province favorirà Acea, A2a, Hera, Iren, cioè “le quattro sorelle”, ossia le quattro grandi società di servizi quotate alla Borsa di Milano. 

In questa prospettiva ancora una volta si tenterà di ignorare il risultato referendario contrario alla privatizzazione del bene acqua, sul quale le quattro sorelle non vedono invece l’ora di mettere le mani. Ed è per questo che il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ha organizzato per questo autunno una campagna di sensibilizzazione su questo tema purtroppo sempre attuale. Campagna che inizierà a Genova il prossimo 20 settembre.

Qui potete aderire con la vostra firma

Prepariamoci a scendere in piazza, perché, come dice Jean Ziegler “uno Stato che smantella volontariamente i suoi servizi pubblici più essenziali e trasferisce al settore privato i compiti che rispondono a un interesse collettivo, sottomettendoli così alla legge della massimizzazione del profitto, costituisce uno stato fallimentare”.

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