A 24 ore dall’apertura delle selezioni online per la corsa alla Regione Emilia Romagna, nel Movimento 5 stelle ci sono già i primi aspiranti consiglieri e presidenti. Qualcuno ha anticipato sui social network la propria adesione (per farsi avanti c’è tempo fino a mezzanotte di giovedì 11 settembre). Come Dario Pattacini, speaker e conduttore televisivo in alcune emittenti locali, considerato vicino all’area dei fedelissimi del Movimento 5 stelle. Sulla sua pagina Facebook ha annunciato di essere in corsa per le primarie: “Non ambisco a poltrone, a stipendio ad altro. Mi candido per passione, con il cuore”. Tra gli attivisti però circolano già i primi dubbi. La sua candidatura infatti potrebbe non essere in regola, per via della sua partecipazione alle amministrative bolognesi del 2009, nelle file dell’Italia dei Valori. A presentarsi, quell’ anno, fu anche la lista civica BeppeGrillo.it, primo embrione di quello che sarebbe diventato il Movimento 5 stelle.

E qui sta il nodo. Tra i requisiti richiesti per partecipare alle primarie online per le regionali di novembre, non ci sono solo la fedina penale pulita e l’assenza di tessere di partito. È obbligatorio anche non essere mai stato candidato in una lista avversaria del Movimento 5 stelle. Si legge nel modulo di autocertificazione, che ogni aspirante inquilino di viale Aldo Moro deve compilare al momento dell’adesione: “Dichiaro di essere consapevole che al momento della candidatura e nel corso dell’intero mandato elettorale, ogni candidato non dovrà essere stato candidato in una lista contro il Movimento 5 stelle”. Pattacini quindi potrebbe incontrare dei problemi: nel 2009 Pattacini corre per un seggio nel consiglio comunale di Bologna con la bandiera dell ‘Idv (all’epoca alleato al Pd), raccogliendo 74 preferenze. Competizione alla quale partecipa anche l’ex grillino, Giovanni Favia, con il simbolo Beppe Grillo.it. In quell’anno, quindi, le due liste sono una contro l’altra.

Contattato al telefono, Pattacini ha preferito non commentare e non rilasciare alcuna dichiarazione. Resta da vedere se la regola è valida per le elezioni del 2009, quando la lista di Beppe Grillo ancora non aveva il simbolo e il nome del Movimento 5 stelle. In questo caso Pattacini sarebbe automaticamente tagliato fuori dalla corsa per la Regione Emilia Romagna. Proprio come è successo al consigliere del Movimento 5 stelle, Andrea Defranceschi, escluso dalla gara per l’ indagine sulle “spese pazze” in consiglio regionale. Per Pattacini quella del 2009 non era la prima esperienza nel partito fondato da Antonio Di Pietro. Cinque anni prima si candidò a sindaco nel comune di Anzola nell’Emilia. Lo dichiara lui stesso in alcuni video disponibili online.

Il nome di Pattacini è circolato sulla stampa anche nel 2012, legato al caso delle interviste a pagamento dei politici, disposti a sborsare tra i 200 e i 500 euro (di soldi pubblici) per essere ospitati nei salotti delle emittenti locali. Lo stessa vicenda per cui oggi sono finiti davanti alla Corte dei conti quasi tutti i capigruppo della Regione Emilia Romagna, compreso Defranceschi. Pattacini, ex conduttore della trasmissione della tv locale 7 Gold “Sette in punto”, non ha avuto alcun problema con la giustizia. Ma è stato sanzionato dall’Ordine dei giornalisti, che gli ha imposto 6 mesi di stop, insieme al cronista ed editore di 7 Gold Luigi Ferretti e Giovanni Mazzoni, direttore responsabile della televisione Ètv.

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