Nuova fumata nera per la nomina del nuovo presidente della Fondazione Mps e della nuova Deputazione amministratrice. La Deputazione generale, organo di indirizzo di Palazzo Sansedoni, ha in compenso deciso di esercitare un’azione di responsabilità nei confronti dei componenti della Deputazione amministratrice (l’equivalente del consiglio di amministrazione) in carica nel 2008 e degli advisor che all’epoca hanno dato valutazione positiva sul prezzo di acquisto di Banca Antonveneta da parte di Banca Mps. Gli ex manager, alla cui guida c’era Gabriello Mancini, sono ritenuti responsabili per aver dato il via libera all’adesione all’aumento di capitale da 5 miliardi e al prestito obbligazionario “Fresh” da 960 milioni varati all’epoca dall’istituto di credito, di cui la fondazione all’epoca era primo azionista (ora è scesa al 2,5%). Mosse funzionali all’operazione Antonveneta, costata 9 miliardi e causa sia del successivo tracollo della banca sia di un maxi-buco nei conti di Palazzo Sansedoni. Per questo nei loro confronti si prefigura una richiesta di danni per circa 2,5 miliardi. 

La Deputazione generale, spiega il comunicato, ha esaminato il parere di Giorgio De Nova, ordinario di Diritto civile all’università Statale di Milano, affiancato da Ugo Pomante, ordinario di Economia dei Mercati finanziari a Tor Vergata. Parere che, “esclusa la sussistenza di altri profili di responsabilità, si esprime per la sussistenza di profili di responsabilità in capo ai componenti degli organi della Fondazione e a terzi connessi all’adesione della Fondazione agli aumenti di capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena del 2008 funzionali al reperimento dei fondi necessari per l’acquisizione da parte della medesima Banca Monte dei Paschi di Siena di Banca Antonveneta”. La deputazione generale ha quindi dato mandato agli amministratori e alla presidente Antonella Mansi di avviare i giudizi.

Rinviata ancora, invece, la nomina del nuovo presidente. A determinare lo stallo è stato il mancato accordo tra i consiglieri dovuto principalmente alle diatribe interne al Pd senese. Nella riunione di venerdì, stando a indiscrezioni, non sono state presentate “candidature reali”, e la discussione è stata aggiornata alla prossima seduta. Anche se una novità c’è stata: la consigliera Bettina Campedelli che dall’agosto scorso siede in Deputazione generale per nomina dell’Università degli Studi di Siena, avrebbe confermato la propria disponibilità alla presidenza, lasciando poi la riunione per consentire agli altri 13 membri dell’organo di indirizzo della Fondazione di discutere in piena autonomia. A parte il toto-nomi e i rumor sul presidente di Lazard Italia Carlo Salvadori, oltre alla docente di economia veronese non ci sarebbero altre candidature concrete. Il numero uno di Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi, avrebbe rifiutato.

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