Alla fine la montagna, anzi il promontorio, ha partorito il topolino. Ieri è stato anticipato alla stampa e oggi sarà presentato ufficialmente il bilancio dello IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, per il 2013. Dopo tanto parlare di trasparenza e dopo l’arrivo dei grandi consulenti delle multinazionali americane, Promontory in testa, (costati circa 8 milioni di euro nel 2013) allo IOR sono stati chiusi non 1200 conti come si era letto mesi fa sulla stampa ma solo 396 conti per un ammontare di 44 milioni di euro.

Oggi alle 12 lo IOR volterà pagina.il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, insieme al suo uomo di fiducia, il consulente maltese Joseph Zahra, vice coordinatore del Consiglio per l’Economia, presenterà (a scanso di sorprese dell’ultima ora) il nuovo presidente dello IOR: il francese Jean-Baptsite de Franssu. Sembra che il nuovo arrivato prenderà il posto del presidente del Consiglio di sovrintendenza attuale, Ernst von Freyberg, senza traumi con una sorta di affiancamento per qualche settimana.

Nonostante l’Espresso avesse svelato nelle scorse settimane i legami societari, nella società maltese Misco Directors Network, fondata da Zahra e della quale De Franssu è stato manager, il cardinale Pell è andato avanti per la sua strada.

Il tema della conferenza di oggi è “Nuovo quadro economico nella Santa Sede”. Nel nuovo quadro lo IOR presieduto da De Franssu dovrebbe lasciare la gestione dei patrimoni (come farà anche l’APSA, l’altro ente finanziario vaticano) al nuovo Vatican Asset Management che opererà sotto la direzione della Segreteria, cioé dello stesso cardinale Pell.

La gestione del presidente Ernst Von Freyberg si chiuderà oggi con un utile netto molto risicato di 2,8 milioni di euro contro gli 86,6 milioni dell’anno passato. Lo IOR contribuirà comunque al bilancio della Santa Sede del 2013 per 54 milioni di euro. La perdita di valore dell’oro e la pulizia nell’attivo del bilancio avviata dal presidente tedesco sono le due cause. Von Freyberg ha svalutato a zero il valore di 15 milioni della partecipazione nella società televisiva Lux Vide, donata alla Fondazione Scienza e Fede – STOQ. Altre svalutazioni ci sono state per il crack della diocesi di Terni, allora guidata da monsignor Vincenzo Paglia (3,2 milioni) e anche per le perdite sugli investimenti in fondi (28,5 milioni di euro) dovuti in buona parte all’operazione Ad Maiora, voluta sempre dall’allora Segretario di Stato Bertone.

Da oggi si volta pagina. Il comunicato diffuso ieri fornisce i risultati del grande lavoro di Promontoryla società di consulenza americana alla quale il presidente dello IOR nominato nel 2012, Ernst Von Freyberg, ha affidato la verifica dei conti correnti dello IOR ai fini del rispetto delle normative antiriciclaggioQuando questo lavoro era agli inizi si era parlato di 1200 correntisti a rischio chiusura, su un totale di 18.900 mila correntisti nel 2012.

In realtà finora lo IOR ha chiuso i conti solo a 396 clienti. Nel comunicato dello IOR si legge: “A seguito del processo di verifica e a far data dal 30 giugno 2014, lo IOR ha chiuso i rapporti con circa 3.000 clienti. Si tratta di circa 2.600 clienti con conti da tempo non operativi e sui quali sono stati riscontrati saldi di minima entità (“conti dormienti”). Inoltre, sono cessati rapporti con 396 clienti a seguito della decisione del Consiglio di Sovrintendenza del 4 luglio 2013 di restringere le categorie di clienti dell’Istituto. Nel 2013 e nella prima metà del 2014, la cessazione dei rapporti con questi 396 clienti ha determinato un deflusso di fondi per un totale di 44 milioni di euro circa”. In pratica in media i correntisti non rispondenti alle nuove politiche dello IOR e costretti a sloggiare possedevano una giacenza media di poco superiore ai 110 mila euro a testa. Per dire solo i certificati di deposito transitati allo IOR nel 1992 per la mazzetta Enimont superavano i 100 miliardi di vecchie lire.

Come sono stati trasferiti i soldi fuori dallo IOR? “37,1 milioni sono stati trasferiti a mezzo bonifico a istituzioni finanziarie con sede in giurisdizioni che garantiscono la tracciabilità dei fondi (88 per cento verso istituti italiani) mentre 5,7 milioni sono stati trasferiti a titolo di donazione attraverso circuiti interni all’Istituto”. Niente a che vedere con quelle belle borse piene di contanti che uscivano dalla porta di Sant’Anna negli anni novanta per planare sulla scrivania dei politici italiani. Spiega la nota dello IOR: solo una cifra pari a “1,2 milioni di euro è stata liquidato in contanti”.

Ovviamente la storia dei conti ‘non in linea’ con le nuove regole interne dello IOR ai tempi di Papa Francesco non si esaurisce con la chiusura di poco meno di 400 conti con giacenze degne di una qualsiasi agenzia bancaria ordinaria italiana. “Ulteriori 359 rapporti – spiega sempre lo IOR – che non rispondono ai criteri stabiliti nel luglio 2013 dal Consiglio di Sovrintendenza, per un saldo complessivo di 183 milioni a fine 2013, sono stati segnalati come rapporti in eventuale chiusura e sono attualmente sottoposti a relativa procedura”. Insomma la patata bollente sta lì. Tra questi 359 conti ‘eventualmente’ da chiudere, con una media giacenza che supera il mezzo milione di euro. Tra questi conti più sostanziosi si trovano nomi sensibili: vip, politici e personaggi legati alla Curia romana. Personaggi ai quali non è facile, nemmeno per il nuovo corso vaticano, dire dalla sera alla mattina: sloggiate.

Non basta. Oltre ai conti chiusi e sotto esame ci sono altri duemila e 100 bloccati. “A oggi lo IOR ha bloccato i conti di 1.329 clienti individuali e di 762 clienti istituzionali in attesa che vengano forniti tutti i dati richiesti”. Alla fine la cura dimagrante ha fatto calare solo del 5,9 per cento i patrimoni gestiti dallo IOR.

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