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Disabilità: finalmente una spiaggia senza barriere

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Diletta è tornata dalla sua vacanza con il papà. Tutto è andato bene anche se ha protestato in merito al fatto che le mancavano le sorelle e la mamma. Non nascondo una certa vena di sollievo da brava mamma italiana. Tanto è che pensando ad una valida alternativa per il mese di luglio, che fosse adatta a tutte e tre le mie figlie, con una buone dose di coraggio mi sono avventurata alla ricerca di uno stabilimento balneare vicino Roma. Esistevano una serie di necessità: la vicinanza con Roma, l’accessibilità a tutti, la possibilità di lasciare in spiaggia la sedia job per il bagno in mare, la dimensione dello stabilimento ridotta al fine di riuscire a sorvegliare tutte e tre le mie ragazze.

Da anni cerco una soluzione di questo di tipo che è sempre stata una mission impossible… una meta trasformata in un miraggio. Lo scorso sabato parto da casa con la macchina carica del necessario alla ricerca dello stabilimento giusto per noi. E’ così che giunta a Torvaianica (RM), ad una trentina di chilometri di casa, mi intriga una piccola costruzione gialla ben organizzata sin dal parcheggio: rampa accessibile in evidenza, parcheggi riservati attigui. Scendo con le mie bamboline già sorridenti e incontro una signora gentilissima. Ricordavo di essere stata lì lo scorso anno, ma Diletta non era nelle condizioni giuste e quindi non avevo avuto occasione di approfondire. Un po’ incerta rappresento alla signora le nostre esigenze e mi stupisco della genuinità del sorriso e della immensa disponibilità. In pochissimi minuti era fatta. Sedia mare ricoverata presso di loro per il mese intero, ombrellone e lettino centrale in prima fila per consentirmi di sorvegliare tutte e tre le mie ragazze in qualunque angolo della spiaggia pur avendo la necessità di rimanere accanto a Diletta. Giungono gli addetti che con altrettanta disponibilità si offrono per aiutarmi nei trasferimenti di Diletta dalla carrozzina al lettino alla sedia ecc. Le barriere si azzerano. Soprattutto quelle mentali. Nessun impaccio, nessun problema, nessuna sensazione di particolarità. Che bello!

In pochi minuti mi sento tra amici, con le mie tre D sorridenti e soddisfatte che iniziano a giocare. “Cleopatra”, questo è il nome dello stabilimento, è la dimostrazione che i ghetti specifici per esigenze specifiche non servono. Basta la voglia di lavorare, di adattarsi al mercato e alla clientela. E si dimostra una capacità imprenditoriale vera. Ma non è tutto: la sensibilità sociale innalza ancor di più la qualità del servizio offerto. L’immediatezza della volontà tesa al miglioramento e così le pedane si allungano ancora di più, il bagnino è più vicino durante il bagno… E io? Sicuramente affronto la giornata con maggiore serenità e certezza della sicurezza. A vantaggio del gruppo intero. Rifletto sul fatto che sono ancora pochissime le spiagge realmente accessibili. La maggior parte si vestono da accessibili sulla carta, ma poi la realtà è molto più sottile e complessa.

Grazie Cleopatra, grazie Torvaianica. Non solo e tanto per noi, quanto per l’esempio che fornite e che mi auguro possa essere attuato a macchia d’olio in tutti i lidi. Buon mese di luglio a tutti.

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