Gli elementi per definirla la “Leopolda della Rai” ci sono tutti: dibattiti fiume, proposte e conseguente rottamazione di chi viene considerato “il vecchio”. Ma guai a chiamarla così. “E’ un incontro tra 100 persone che danno vita alla Rai del futuro”, spiega Luigi De Siervo, presidente Ad Rai, parlando di “100 parole e 100 mestieri per la Rai”, l’incontro voluto proprio dall’associazione dei dirigenti della Rai a via Teulada, per sondare tra cento personalità (giornalisti, addetti ai lavori, scrittori) quelle che potrebbero essere le nuove prospettive della rete pubblica. Con un occhio anche all’estero: “La Bbc resta il benchmarking più importante a livello internazionale per le tv pubbliche – puntualizza De Siervo – ma la Rai non sfigura in nessun modo, non siamo così indietro”. Una sorta di “Stati Generali”, che, almeno nelle intenzioni, lascia fuori i partiti. “Non è una convention voluta dalla politica – chiarisce il direttore generale Rai Luigi Gubitosi – anzi”. La prospettiva è anche andare oltre quelle che sono le richieste di tagli e spending review avanzate da Matteo Renzi: “Il governo ha annunciato che intende anticipare la revisione della convenzione, cosa che avevamo auspicato. E il rinnovo della concessione costituisce un momento importante, che porta alla discussione di temi come governance e finanziamento, quindi il dibattito va su temi ben più importanti di quelli puramente economici”  di Chiara Carbone

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