“Ho deciso di comprarmi un quadernino dove segnare le calorie che mangio e di aggiornare ogni giorno il mio peso. Oggi mi sono pesata: 50,7 kg, non vedo l’ora di tornare alla cifra con il 4. Oggi mi sto tenendo leggera con il cibo, per ora ho mangiato una mela (40 kcal), qualche cracker (50 kcal), mezza galletta di riso (5 kcal), 4 ciliegie (12 kcal) =107 kcal circa”. O ancora capita di leggere: “Sono 22 giorni che sono a digiuno. No. Da 22 giorni non mastico o ingoio nulla. Se non qualche cicca ipocalorica. 4 litri di acqua al giorno e sempre una busta o due di coca. Per quanto ancora. Altri 19 giorni.”

Già nel 2008 mi sono imbattuta in questi siti e da allora cerco di denunciare queste realtà pericolosissime che inducono giovani ragazze, ma anche signore più mature, a dimagrire in modo non salutare, per raggiungere un’ideale di magrezza vicina alla patologia.

I blog pro anoressia sono realtà infernali dove ci si consiglia come dimagrire più velocemente e tutti hanno come riferimento il famoso decalogo pro anoressia:

Se non sei magra non sei attraente;

Essere magri è più importante che essere sani;

Comprati dei vestiti, taglia i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra;

Non puoi mangiare senza sentirti colpevole;

Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo;

Devi contare le calorie e ridurne l’assunzione di conseguenza;

Quello che dice la bilancia è la cosa più importante;

Perdere peso è bene, guadagnare peso è male;

Non sarai mai troppo magra;

Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.

“Chi soffre di disturbi alimentari vive in una dimensione parallela dove le regole della realtà sono stravolte”, afferma Samantha Biale, nutrizionista e diet coach. “Per questo creano dei decaloghi da seguire e scrivono su blog di questo tipo: vogliono sentirsi parte di un gruppo. E questo purtroppo le fortifica. Internet in questo senso ha amplificato la diffusione di disturbi alimentari, prima era più difficile. Ora basta un clic per non sentirsi sole e per giustificare a oltranza la propria patologia”. 

A dare forza alle parole poi ci sono le immagini: donne estremamente magre, ridotte a pelle ossa come miti, icone, esempi da imitare. Chi frequenta i pro anoressia non sa pienamente a cosa va incontro: di anoressia si muore. Ma guai a farlo presente: diventano degli haters perché la loro forza di volontà è in grado, secondo loro, di riconoscere quando la salute è a rischio. Non riconoscendo che già la loro malnutrizione è l’inizio di un pericoloso percorso che può avere conseguenze anche irreversibili per le loro fisicità.

Sono anni che stiamo a guardare, è ora di iniziare a muoverci tutti assieme affinché questi blog possano non minare più la salute di migliaia di ragazze. L’anoressia va combattuta non incentivata, di disturbi alimentari si muore. Attiviamoci affinché queste piazze virtuali vengano chiuse definitivamente. Ogni anno i disturbi alimentari colpiscono 3 milioni di persone solo in Italia. Un dato allarmante, un allarme sociale a cui non possiamo più rimanere indifferenti.

Articolo Precedente

Violenza sulle donne – Mai Più: in piazza contro i femminicidi

next
Articolo Successivo

Gaffe di ‘Repubblica’, “copia il look delle europarlamentari”. Ma c’è solo il Pd

next