Dopo il deragliamento fermò il treno, scese e iniziò a correre, per mettersi in salvo. Chiamò il dirigente centrale operativo e, vedendo la coltre di gas che avanzava, gli gridò: “Qua esplode tutto, la stazione non c’è più”. Lo ha ricordato Andrea D’Alessandro, il macchinista che la notte della strage di Viareggio era alla guida del convoglio, testimoniando in aula a Lucca. “All’entrata di Viareggio – ha raccontato – abbiamo sentito un grande frastuono, uno sferragliamento, e come se il treno stesse frenando. Ci siamo subito resi conto che stavamo deragliando. Abbiamo fatto il possibile per fermare il treno, abbiamo aspettato che si fermasse. Poi abbiamo preso i documenti e abbiamo cercato di metterci in salvo. Ho avvisato il dirigente centrale operativo, in modo da cercare di bloccare la circolazione”. Una telefonata ascoltata in aula: l’audio è stato trasmesso durante un documentario mostrato dalla procura per introdurre i testimoni. Il filmato ha ripercorso le fasi della tragedia. Si sente la voce del capostazione che lancia l’allarme (“Attenzione, allontanarsi immediatamente causa pericolo esplosione”) e le telefonate al 118 (“C’è stato il deragliamento di un treno, ci sono molti morti, molti feriti”. “C’è uno mezzo morto, tutto bruciato”). Poi scorrono le immagini dei vigili del fuoco che salvano un ferito dalle macerie (“L’hanno preso, l’hanno preso”) e le foto dei morti coperti da lenzuola bianche, delle case distrutte, delle carcasse di auto

 

Articolo Precedente

Usb contesta Renzi a Reggio Calabria: “Ci prende in giro come Berlusconi”

next
Articolo Successivo

Basilicata: sui rimborsi fioccano i rinvii a giudizio. C’è anche Pittella

next