Tifosi infuriati a Torino per una decisione che disonora un mito. Lunedì la Lega Serie A ha negato lo spostamento della partita Chievo-Torino del 4 maggio, una data importante per la città e per i granata. La partita non sarà né anticipata, né posticipata, ma si disputerà domenica alle 15, come da programma. Ma domenica è anche e soprattutto l’anniversario della tragedia di Superga, l’incidente aereo di 65 anni fa nel quale morirono i giocatori e lo staff del “Grande Torino” insieme a tre giornalisti.

Come ogni anno, alle 17,03 del 4 maggio, la squadra, la dirigenza e i tifosi sarebbero dovuti andare sulla collina alle porte della città per rendere omaggio agli “Invincibili”; il capitano granata, Kamil Glik, avrebbe dovuto leggere i nomi delle vittime e il cappellano del Toro don Aldo Rabino avrebbe dovuto celebrare una cerimonia. Tuttavia quest’anno non sarà possibile farlo come sempre: i giocatori, che lottano per un posto in Europa League, non ci saranno e con loro anche una parte dei tifosi.

Dal 30 dicembre scorso la società Torino FC ha chiesto più volte alla Lega di spostare l’incontro, ma lunedì, al termine dell’assemblea ordinaria, l’organizzazione ha risposto in maniera negativa: “In questa fase ogni spostamento comporta disallineamenti rispetto alle posizioni che riguardano o qualificazioni alle competizioni europee o traguardi di salvezza”, ha affermato il presidente Maurizio Beretta.

Inutili le proteste dei tifosi, come quella di domenica scorsa, quando nella curva Maratona è comparso uno striscione polemico: “4 maggio 1949, tutto il mondo li ricorda con ammirazione, tranne la nostra Federazione”. Inutile anche l’appello del sindaco di Torino Piero Fassino: sebbene sia un tifoso bianconero il primo cittadino ha scritto una lettera a Beretta e al presidente della Figc Giancarlo Abete: “Mi associo a quanti, già nelle scorse settimane, hanno chiesto che la partita venisse anticipata o posticipata in modo da permettere a tutti – tifosi, dirigenti e calciatori – di partecipare alle commemorazioni dedicate alla memoria granata”.

La società di Urbano Cairo ha però ottenuto la possibilità di ossevare un minuto di silenzio prima del fischio d’inizio e forse i giocatori scenderanno in campo con il lutto al braccio, così da partecipare, anche da Verona, alla commemorazione del “Grande Torino”.

Il 4 maggio 1949 la squadra capitanata da Valentino Mazzola stava tornando da una partita amichevole disputata a Lisbona contro il Benfica. In fase di atterraggio qualcosa andò storto: per colpa della nebbia alle ore 17,03 l’aereo si schiantò contro la collina di Superga. Tutti i 31 passeggeri morirono e con loro scomparve una squadra che aveva segnato un’epoca, vincendo cinque scudetti consecutivi e dando alla nazionale dieci giocatori su undici.

Il giorno dei funerali i torinesi scesero in piazza per accompagnare gli “invincibili”, ma oggi invece non tutta la città onora questi campioni. Il 23 febbraio scorso, durante il derby allo Juventus Stadium, alcuni tifosi bianconeri hanno esposto degli striscioni offensivi: “Quando volo penso al Toro” e “Solo uno schianto”. Di tutt’altro tenore invece lo striscione esposto dai supporter del Benfica nell’incontro di Europa League contro la Juventus giovedì scorso in Portogallo: “4 maggio 1949: Lisboa non dimentica. Onore al Grande Torino”. Una delegazione della società lusitana arriverà in Piemonte domenica per partecipare alla commemorazione, cerimonia più sentita dai portoghesi che dai vertici della Lega Calcio.

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