Negli ultimi 10 anni in Italia sembra ci sia stata una guerra silenziosa. Senza scontri né morti, solo tanti feriti e malati. Nessuno ne ha avuto notizia ma ha lasciato sul campo migliaia di vittime certificate nei bilanci dell’Inps: i beneficiari sono ormai 2,7 milioni di persone e una prestazione su otto è di invalidità. Gli assegni staccati valgono 16,6 miliardi di euro, oltre il 6% dell’intera spesa pensionistica italiana. L’equivalente di una manovra finanziaria. Il piano del commissario Cottarelli parte da questi dati e rileva non solo un anomalo incremento, ma anche una “distribuzione territoriale squilibrata che suggerisce abusi”. Sardegna,Calabria e Campania registrano infatti il doppio delle erogazioni rispetto a Piemonte e Veneto. Questo il quadro generale che ha indotto il commissario a proseguire la campagna di controlli straordinari che da cinque anni il Parlamento affida all’Inps. 

Nelle ormai celebri slide il Commissario prende a parametro di riferimento il Piemonte, la regione che registra il più basso numero di prestazioni di indennità di accompagnamento erogate ogni 100 anziani residenti sul territorio regionale. Ne risulta una linea fortemente spezzata, in cui la Calabria, Campania, Umbria e Sardegna si scostano fortemente da Piemonte e Veneto. “Una prestazione su due va al Sud”, rimarcano gli economisti della Voce.info,  dove risiede però solo il 30 per cento del totale dei pensionati. Cottarelli non ha dubbi: la diversa distribuzione delle indennità è sintomo di “abusi”. Ma c’è anche chi, senza contestare l’evidenza dei tanti casi di cronaca, cerca spiegazioni meno semplicistiche alla statistica che indica nel Mezzogiorno la patria dei furbi e nei falsi invalidi la ragione del crescente numero di prestazioni. 

La Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap (Fish) ha cercato una spiegazione forse meno facile ma non priva di una certa coerenza statistica e metodologica agli squilibri territoriali che hanno indotto il commissario a ipotizzare la persistenza di truffe e abusi. Carlo Giacobini tramite il centro studi “Condicio” che fornisce dati e analisi sulla condizione dei disabili ha costruito un grafico simile a quello di Cottarelli prendendo come dato la distribuzione della spesa spesa sociale per servizi e interventi ogni 100 residenti anziani over 65 in base alle rilevazioni Istat su dati regionali. Ne esce un andamento del tutto simile a quello delle indennità ma inverso e proporzionale: nelle regioni dove i livelli di cura precipitano le indennità hanno il picco e viceversa. In altre la parole è ipotizzabile una correlazione diretta tra prestazioni socio sanitarie e indennità di accompagnamento. 

“Con l’eccezione della Sardegna (tutta da indagare), le Regioni in cui sono richieste più indennità di accompagnamento sono anche quelle che meno spendono in servizi sociali per la stessa fascia di età”, spiega Giacobini secondo cui la teoria degli “abusi” manca anche di analisi di natura epidemiologica, “e cioè relative alla presenza maggiore o minore di patologie degenerative nelle diverse Regioni e dei relativi interventi di natura sanitaria e riabilitativa di contenimento delle cronicizzazioni”. Il fenomeno merita dunque ben altri approfondimenti di “sistema”. Ma la guerra ai falsi invalidi suscita sempre ondate di consenso. E non a caso scatta quando c’è un nuovo governo o elezioni dietro l’angolo. Se poi ci sono entrambe, è fatale che si riparli della guerra silenziosa.

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