In una città in cui in dodici mesi il prezzo delle case è aumentato in media del 13%, un council (Comune) della Grande Londra propone una multa di 60mila sterline a chiunque abbia comprato una casa per poi lasciarla sfitta. Gli analisti del settore lo dicono da tempo e le stesse agenzie immobiliari lo hanno ammesso: la bolla edilizia londinese è dovuta anche ai capitali provenienti da tutto il mondo e che vengono investiti in appartamenti e case, spesso di pregio, in attesa che il loro valore cresca ulteriormente. Investimento, appunto, per molti, speculazione per altri, come Empty Home (letteralmente “casa vuota”), un’associazione che si batte contro le politiche abitative della capitale britannica e soprattutto contro la mancanza di case a prezzo accettabile per giovani e meno giovani.

Anche il principe Carlo, del resto, qualche settimana fa era intervenuto sulla questione: “Date le case alle giovani coppie, oppure Londra comincerà a svuotarsi”. Sotto accusa sceicchi arabi e oligarchi russi, ricchi francesi che scappano dalle alte tasse del Paese al di là della Manica e italiani che – tutte le ricerche lo rivelano – continuano a essere dei compratori “forti” a Londra.

Eppure c’è chi dice che la mossa del council di Islington, nel nord della città, sia dovuta anche a un’altra paura. Quelle 600 case di pregio che risultano al momento sfitte in quell’area potrebbero essere facile preda degli squatter. L’occupazione delle case per motivi “abitativi o ricreazionali”, come dice la legge del primo settembre 2012, è ora illegale in Inghilterra e Galles. Si rischiano fino a sei mesi di prigione e/o 5mila sterline di multa (6mila euro), ma il fenomeno a Londra e dintorni non accenna a diminuire.

Dopo il varo della contestata legge, ci fu nel Paese una piccola ondata di arresti, con il primo fermo due giorni dopo l’entrata in vigore delle nuove norme. Così gli squatter che dagli anni Sessanta in poi – spesso identificandosi nella cultura punk – hanno animato e colorato le strade della capitale hanno cominciato a trovare nuove strade per soddisfare il loro bisogno di case gratuite, come, ad esempio, occupare quei locali commerciali non protetti dalla nuova legge. A Islington si combatte ufficialmente contro la speculazione edilizia ma le autorità hanno comunque parlato anche di altri “generici motivi”: uno di questi, appunto, lo squatting.

Resta il dubbio su come possa essere applicata la legge. Innanzi tutto, il council provvederà a mappare le unità abitative e a mettere in una lista di “sorvegliati speciali” tutti quei proprietari che non abbiano utenze domestiche intestate. Del resto, anche a livello nazionale si muove qualcosa, con il cancelliere dello scacchiere (ministro dell’economia) George Osborne che la settimana scorsa, presentando la legge finanziaria, ha promesso una tassa del 15% su tutte quelle case – del valore superiore alle 500mila sterline – comprate da società private che non vengano messe sul mercato degli affitti. La proposta di Islington, chiaramente, ha la sua opposizione, come quella dei costruttori e della British Property Federation. “Qui si rischia di frenare lo sviluppo”, hanno fatto sapere gli immobiliaristi. “Bisognerebbe trovare altri modi, non rendere il prezzo delle case ancora più alto a causa delle multe”, ha detto l’associazione dei proprietari di case.

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