Nel giorno dedicato alla protesta contro la censura dei libri, sponsorizzata dalla Electronic Frontier Foundation, arriva la notizia che il Regolamento Agcom sul diritto d’autore, entrato in vigore il 31 marzo, partirà da libri e peer to peer (o, comunque siti di condivisione).

A darne notizia è un blogger (che già in  passato aveva espresso approvazione per il regolamento Agcom) che ha dichiarato, a mezzo twitter, di aver sottoposto ad Agcom la richiesta di rimozione del proprio materiale sottoposto a copyright (un libro, precisamente) su un sito di condivisione. 

 

E, Agcom, deve per forza aver aperto un procedimento.

Come tale procedimento possa conciliarsi con quello che ha sempre sostenuto l’Agcom, ovvero che il Regolamento avrebbe comportato la rimozione di siti solo dediti alla pirateria, non si riesce a comprendere.

E, secondo i bene informati, un altro procedimento sarebbe stato attivato per una (diconsi una) fotografia non autorizzata presente su un sito internet.

Intanto le grandi Associazioni nazionali ed internazionali dedite alla protezione del Copyright, che agiscono su questa vicenda unitariamente, diversamente da alcune associazioni di Operatori di telecomunicazione e più in generale del settore Ict ( non tutte), più attente al proprio piccolo tornaconto personale su altri tavoli che al bene della collettività, hanno deciso di agire con qualche giorno di ritardo, per due ordini di considerazioni: la prima è che vogliono dimostrare formalmente al Tribunale Amministrativo regionale, che sarà chiamato a pronunciarsi nelle prossime settimane, che non vi sarà alcuna richiesta “massiva” di rimozione.

La seconda è che non vogliono “imbarazzare” nella prima fase la Task force annunciata dai Commissari Agcom.

In realtà le liste di centinaia di siti sono già pronte.

I pirati invece, quelli veri, per il momento se la ridono.

Gli attenti osservatori del web si stanno rendendo conto che tra le pieghe del Regolamento esistono modalità tecniche, ed anche pratiche, molto semplici per aggirare il divieto di Agcom, prime fra tutte quelle di usare i social network.

Ed è per questo ad esempio che in ambito internazionale, la Ifpi (la Federazione Internazionale dell’industria fonografica) ha deciso di un’azione legale nei confronti di Kontakte (il Facebook dell’est), la piattaforma di social network con 200 milioni di iscritti.

Il social network peraltro è oggetto in questi giorni di una campagna di riavvicinamento al Presidente Putin (dopo le critiche per la vicenda della Crimea) con la sostituzione al vertice dei propri fondatori.

I social network, molto più che i cd cyberlocker (i portali di condivisione di file di grandi dimensioni) o i portali di streaming, sui quali i lobbisti in Italia si sentono forti grazie ad Agcom, sono entrati nel mirino delle grandi multinazionali di tutela del Copyright.

Facebook (e non solo) è avvertita.

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