Per Il Fatto del Lunedì questa settimana ci siamo occupati del Coming Out. La realizzazione del mio contributo, in forma di striscia, è stata particolarmente difficile visto il tema delicato. Perciò ho pensato di iniziare con le massime di due intellettuali che hanno dedicato alla materia parte della loro vasta produzione: Sant’Agostino e Giovanardi.
Diritti - 3 Marzo 2014
Coming out: ‘Ama e fa’ ciò che vuoi’. A casa tua, però
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- 09:06 - M5S: Appendino, 'né di Conte né di Grillo ma della sua comunità'
Roma, 10 set (Adnkronos) - "Una scissione sarebbe un fallimento. C’è bisogno di un sano confronto interno per rilanciare battaglie identitarie attorno alle quali ravvivare quella voglia di scendere in piazza e quell’orgoglio di essere Movimento 5 Stelle". Lo dice Chiara Appendino a Repubblica, parlando del M5s.
"Il M5S non appartiene né a Conte né a Grillo ma alla sua comunità. Conte ha avviato un percorso costituente in cui la nostra comunità è chiamata a prendere la parola e sarà protagonista. Io credo in questo percorso e voglio dare il mio contributo sui temi di giustizia sociale", dice la vicepresidente del Movimento 5 Stelle.
"Il Movimento non accetterà mai di essere subalterno al Pd e a volte sui territori siamo stati fin troppo generosi con le coalizioni di centrosinistra", dice tra l'altro Appendino sottolineando: "Il renzismo è lontano anni luce da noi e non vogliamo averci a che fare".
- 09:02 - Pd: Schlein, 'mai pensato di essere una front runner, siamo figli dell'Ulivo'
Roma, 10 set (Adnkronos) - "Gli anni berlusconiani hanno segnato la mia infanzia e la mia adolescenza". Lo dice Elly Schlein nel suo libro 'L'imprevista', che esce oggi, anticipato dal 'Corriere della sera' e 'Repubblica'.
"L’impegno non è dipeso da un episodio particolare. Per la mia generazione occuparsi di politica è stata da principio una ribellione contro il berlusconismo. Quello che in fondo noi sentivamo - era un po’ la narrazione prevalente, e un po’ era anche vero — era una sinistra che non riusciva a contrastarlo efficacemente. Ecco la molla", si legge nel libro. "Il mio impegno politico non è nato da un’ambizione personale, mai avrei detto: 'Io da grande vorrei fare la politica'"; "non mi pensavo come una front runner. Ho sempre fatto quello che in quel momento ritenevo giusto e utile fare rispetto a una comunità con la quale mi sono sempre mossa, e che poi via via si è allargata".
"Siamo i figli della stagione dell’Ulivo, dell’Unione. Siamo cresciuti con la promessa e la speranza di costruire una chiara alternativa alla destra", dice ancore Schlein che poi tra le altre cose spiega: "Qualcuno ci chiamava 'esterni', ma non siamo esterni, siamo i figli del Pd, della sua storia e anche dei suoi errori. Io ero nel Pd dieci anni fa, nel 2013, a contestare le larghe intese. Noi nasciamo nel solco dell’Ulivo con quella ispirazione – un centrosinistra unito, fortemente alternativo alla destra –, è chiaro che avessimo qualcosa da ridire su quella scelta e su quelle che ne sono seguite".
- 08:49 - Rai: Gasparri, 'Giannini inattendibile, Mimun direttore Tg1 nel 2002 non nel '94'
Roma, 10 set (Adnkronos) - "Ma Massimo Giannini lei è proprio un somaro. Prima inventa su 'il Venerdi' Ada Colau sindaco di Parigi, lo fu di Barcellona. Ora scrive di Clemente Mimum direttore del Tg1 nel '94, lo fu 8 anni dopo, nel 2002. Lei è inattendibile. Cambi mestiere". Lo scrive su Twitter il presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri, postando la pagina della rubrica 'Circo Massimo' del giornalista su 'Il Venerdì' di Repubblica.
- 08:48 - Gela: uccide la madre per soldi, arrestato il figlio che confessa nella notte
Palermo, 10 set. (Adnkronos) - Ha confessato nella notte, dopo un lungo interrogatorio Filippo Tinnirello, 43 anni, l'uomo che ieri sera ha ucciso a coltellate la madre a Gela (Caltanissetta). Francesca Ferrigno, 62 anni, secondo una ricostruzione è stata accoltellata al culmine dell'ennesima lite per questioni di soldi. L'uomo è stato condotto in carcere con l'accusa di omicidio. Tinnirello, con qualche precedente penale, era seguito dal dipartimento salute mentale in quanto tossicodipendente.
- 08:37 - Ue: Foti (FdI), 'parte delle tesi di Draghi hanno ricalcato le nostre'
Roma, 10 set (Adnkronos) - "L'unico modo per diventare più produttiva per l'Europa è cambiare radicalmente”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti commenta in una intervista al 'Foglio' il documento presentato ieri da Mario Draghi.
“Le proposte di Draghi rappresentano una svolta importante ed epocale. La seconda considerazione è che di illusioni l'Europa non può vivere. Ecco perché è necessario affrontare con pragmatismo il tema dell'energia e della denatalità, mentre si delinea un quadro che suggerisce politiche diverse anche nel campo del welfare -spiega Foti-. Il realismo è la strada maestra da seguire se non si vuole cadere nell'approccio della Città del sole, che si addice alla filosofia ma non all'attività produttiva".
"Possiamo senz'altro dire che una parte delle tesi di Draghi hanno ricalcato le nostre. Se le sosterremo? Di certo dobbiamo capire come verranno declinate da un punto di vista pratico. Ci auguriamo però che la prossima Commissione possa trarne un utile giovamento. Il problema - conclude Foti - non è ammainare bandiere ideologiche, ma capire se vogliamo davvero un'Europa che torna a crescere o che invece si chiude su se stessa, diventando una specie di giardinetto per una popolazione sempre più anziana".
- 20:08 - Rai: Pd, smentiamo categoricamente qualsiasi trattativa su presidente
Roma, 9 set. (Adnkronos) - “Smentiamo nel modo più categorico che il Partito Democratico stia trattando con la presidente del Consiglio la nomina del presidente o della presidente della Rai. Lo abbiamo dichiarato in tutte le salse. Dobbiamo procedere alla riforma della governance sulla falsariga del Media Freedom Act di Bruxelles. Non abbiamo tempo da perdere. Contro l’Italia, se non si adegua entro l’agosto del 2025, si aprirà una procedura d’infrazione”. Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd.
- 19:51 - Governo: vertice di maggioranza cerca quadra su manovra, ma è stallo su Liguria e Rai
Roma, 9 set. (Adnkronos) - Se prima si limitavano a sentirsi al telefono e a vedersi (Maurizio Lupi escluso) nelle riunioni dei Consigli dei ministri, i vertici di maggioranza tra i big del centrodestra da qui in avanti diventeranno la norma. E' quanto trapela al termine dell'incontro che ha visto ancora una volta riuniti, ad appena 10 giorni dell'ultimo pranzo di lavoro, la premier Giorgia Meloni e i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi moderati e, stavolta, anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Perché oggi la portata principale del menu è la manovra, con il responsabile del dicastero di via XX Settembre impegnato a spiegare ai colleghi il Piano strutturale di bilancio che l'Italia dovrà inviare all'Europa entro il 20 settembre, e che potrebbe planare in un Cdm tra martedì e mercoledì della prossima settimana.
Punto su paletti e regole del nuovo Patto di stabilità e di crescita dunque, e sui contraccolpi per l'Italia. E focus sulla legge di bilancio 2025, "che sarà seria ed equilibrata", torna a ribadire il centrodestra al termine del vertice, con uno stop definitivo alla "stagione dei bonus, che hanno dimostrato di non produrre alcun risultato". La coperta è corta, la sfida complessa e anche per questo, viene spiegato, le riunioni di maggioranza diventeranno un appuntamento fisso o qualcosa che gli somigli parecchio. Il governo nella manovra punterà a "confermare quanto di buono è stato fatto", leggi tagli del cuneo fiscale, "e verificare cosa di nuovo può essere attuato", a partire da una 'sforbiciata' della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%, "concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate", vale a dire "famiglie, imprese, giovani e natalità". Con un occhio attento alla sanità, con la premier che punta a investire più risorse possibili.
Ma chi, al termine del vertice, attendeva la fumata bianca sulla Liguria resta deluso: "Il confronto va avanti, troveremo il candidato migliore", dicono fonti al termine dell'incontro, ammettendo però che la quadra è lungi dall'esser trovata. I beninformati riferiscono che, al momento, la 'totiana' Ilaria Cavo sarebbe in pole, premiata dai sondaggi che la danno avanti al vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, altro nome in campo per il centrodestra. Al vertice, viene inoltre riferito, non sarebbe stato fatto il nome dell'attuale viceministro leghista alle infrastrutture Edoardo Rixi, che tuttavia resterebbe potenzialmente in gioco -carta coperta- "quasi come se la Lega attendesse che gli alleati ne chiedano la discesa in campo...", riferiscono le stesse fonti. E se sul successore di Giovanni Toti si ammette la situazione di standby, bocche cucite sulla Rai, in attesa del voto di Camera e Senato sul rinnovo del Cda di viale Mazzini in agenda il prossimo 12 settembre, ma che resta ad alto rischio rinvio: potrebbe slittare a fine mese.
E mentre il governo è ancora intento a scrollarsi di dosso le scorie dell'affaire Sangiuliano, a Palazzo Chigi arriva, a vertice di maggioranza in corso, il neo ministro della Cultura. Alessandro Giuli entra dall'ingresso secondario di via dell'Impresa, e, una volta nella sede del governo, attende che Meloni termini il pranzo con i leader di centrodestra per fare il punto con lei sul 'post Sangiuliano'.
Tra i due un'ora e quaranta di faccia a faccia, "un incontro istituzionale", riferiscono fonti di governo, il primo dopo la nomina di Giuli venerdì scorso, com Meloni impegnata tra Cernobbio e Parigi. "Ci sarà modo di parlare di tantissime cose al momento opportuno. Buon lavoro, ci vediamo presto", taglia corto il neo ministro con i giornalisti, subito dopo l'incontro con la premier, entrando per la prima volta da titolare nel dicastero di via del Collegio Romano.