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Debiti PA: le promesse della politica e le aziende che pagano sempre

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Renzi: “Pagheremo i debiti della PA, non un po’ quest’anno, un po’ l’anno prossimo… ma tutti e subiro“. Per il momento è solo una dichiarazione che però non è stata fatta in un talk televisivo ma nel discorso sulla fiducia al Senato. Staremo a vedere e, se fosse, sarebbe la conferma che era solo una questione di volontà politica.

Permettetemi di ricordarvi quanto scritto un po’ di tempo fa su questo blog. A tutti coloro che potrebbero dire che i quattrini della Cassa Depositi e Prestiti non si toccano vorrei ricordare che non si tratta di far pagare alla CDP i debiti della PA ma solo di garantire le banche sulle anticipazioni che andrebbero a fare per conto della PA. I debiti, quelli veri, li dovrà comunque pagare la PA. Poi, a coloro che sostengono che le aziende così coperte potrebbero non pagare le rate dei mutui, vorrei ricordare che, qualora questo accadesse, la prima ad essere escussa è l’azienda stessa che rischierebbe il fallimento.

Vorrei sottolineare che quando sentiamo o leggiamo di “Tassazione dei bot e cct della vecchietta ci viene fornita una informazione, più o meno consapevolmente, distorta. Anch’ io mi opporrei alla tassazione dei Buoni del Tesoro, mentre concordo pienamente con una più “coerente” forma di tassazione sui rendimenti dagli stessi generati. Non dovrebbe essere difficile capire che non è giusto, né tantomeno costituzionale, una così evidente sperequazione della tassazione. Infatti, qualunque forma di reddito cumula ai fini Irpef e la conseguente aliquota segue una precisa tabella che arriva fino al 43%; non riesco a comprendere perché solo le rendite finanziarie sfuggono a questa regola (12,5% obbligazioni dello Stato, 20% tutte le altre non cumulabili!!).

Vorrei tanto che qualcuno degli esimi “professori” di prestigiosissime università, a partire dal neo Ministro dell’Economia Padoan provassero a spiegarmelo, magari potrei anche essere d’accordo, nel qual caso, però, mi si dovrebbe anche spiegare da quando l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma sulle agevolazioni alla finanza.

Questo è il mio modo di collaborare, di partecipare alla vita della collettività, di fare politica. Non mi stancherò mai di dire la mia essendo mosso unicamente dal mio senso civico, dal desiderio di contribuire al bene di quella collettività di cui anch’io faccio parte.

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