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Gli allievi di “Bottega finzioni” portano in scena “L’ottava vibrazione” di Lucarelli

Sabato 8 febbraio alle ore 21 al Piccolo Teatro del Baraccano a Bologna gli studenti del laboratorio di scrittura si esibiranno presentando il romanzo dello scrittore
Gli allievi di “Bottega finzioni” portano in scena “L’ottava vibrazione” di Lucarelli
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Il romanzo prende vita. “L’ottava vibrazione” dello scrittore Carlo Lucarelli sarà messo in scena sabato 8 febbraio alle ore 21, al Piccolo Teatro del Baraccano a Bologna. Saranno gli allievi della scuola di scrittura “Bottega finzioni” ad assumersi il compito di mettere in scena personaggi e storie fino ad ora bloccati nelle pagine di un libro. Il laboratorio bolognese non è solo uno spazio di insegnamento, ma anche formazione e crescita per elaborare contenuti rivolti a tv, cinema e ogni strumento che abbia come fine quello di comunicare. Il coordinamento è di Angela Malfitano affiancata da Lucarelli. Recitano gli allievi Paolo Carati, Simone Gadani, Nicola Longhi, Elia Pasini e Elisabetta Sinopoli. Tra i lettori d’eccezione:  lo scrittore Giampiero Rigosi, Beatrice Renzi e Sara Olivieri, Andrea Sassoli. Le musiche sono a cura di Massimo Cappa.

Un detective alla ricerca di un assassino, in una città cosmopolita dove uomini e donne precipitano verso il proprio destino. Sullo sfondo, la disfatta della battaglia di Adua. “Alcuni ragazzi della Bottega”, commenta Carlo Lucarleli, “hanno individuato e scelto un tema chiave – la sopraffazione – all’interno del mio romanzo e hanno lavorato trasformando la pagina scritta in scene e in parole da ascoltare. Sono davvero contento e curioso di vedere come sarà portare tutto questo in scena”. E la curatrice Angela Malfitano precisa: “Il romanzo è più di un romanzo storico e molto più di un giallo. Delle varie storie che Lucarelli intesse, durante la colonizzazione militare d’Africa nel 1896, ne sono state trattenute alcune: storie d’amore, smarrimenti, ossessioni, strategie militari, in un periodo della nostra storia ben poco conosciuto: l’Italia colonialista di fine Ottocento. Le metteremo in scena come una mise en espace, con la libertà che il teatro concede di trasfigurare, trasformare, destrutturare e ricomporre. L’opera teatrale è un’esperienza a sé, che si stacca dalla sua fonte. Ma la sua fonte esplora con noi le possibilità del teatro, mettendosi in gioco come lettore-attore: Carlo Lucarelli infatti sarà in scena con gli allievi del corso. Anche loro saranno attori-lettori, per vivere fino in fondo il percorso della loro scrittura per la scena”.

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