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Varese, liberato Domenico Cutrì: trovata l’auto, prosegue caccia all’uomo

Posti di blocco sono stati disposti in Piemonte e, in particolare, in provincia di Novara, dove nel 2006 l’uomo partecipò all’omicidio per cui stava scontando l’ergastolo. La Citroen C3 nera usata dai malviventi è stata ritrovata dai carabinieri in un parcheggio vicino all’ospedale di Magenta, dove ieri è morto il fratello dell’evaso. L’auto è risultata rubata
Varese, liberato Domenico Cutrì: trovata l’auto, prosegue caccia all’uomo
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Proseguono anche in Piemonte e nel resto di Italia le ricerche di Domenico Cutrì, l’ergastolano di 32 anni evaso ieri a Gallarate, in provincia di Varese. Posti di blocco sono stati disposti in tutta la Regione e, in particolare, in provincia di Novara, dove nel 2006 l’uomo partecipò all’omicidio per cui stava scontando l’ergastolo nel carcere di Cuneo.

La Citroen C3 nera usata dai malviventi è stata ritrovata dai carabinieri in un parcheggio vicino all’ospedale di Magenta. Ospedale dove ieri è morto il fratello dell’evaso, Antonino. L’auto è risultata rubata.

Quella della sua evasione è “una notizia che lascia senza parole, siamo scioccati”, commenta l’avvocato Alessandro Bonalume, il legale della famiglia di Lukasz Korbzeniecki, il giovane polacco ucciso otto anni fa a Trecate, nel Novarese appunto, perché avrebbe fatto delle avances alla fidanzata di Cutrì. Un delitto maturato in un ambiente omertoso, in cui gli investigatori hanno fatto fatica a capire movente e ruoli dei partecipanti. Oltre a Cutrì, per l’omicidio sono stati condannati Manuel Martelli, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, condannato a 16 anni con il rito abbreviato. Tre anni per favoreggiamento anche a Luca Greco, all’epoca dei fatti titolare di un bar a Trecate: fornì un falso alibi a Cutrì depistando le indagini. 

Per Antonino Cutrì, far evadere il fratello era diventata una ossessione. La madre, sentita dagli investigatori, ha spiegato che il figlio morto ieri aveva manifestato più volte l’intenzione di far evadere il fratello. Per portare a termine il progetto aveva addirittura preso lezioni per pilotare un elicottero. La donna ha raccontato che è stato un uomo che non conosce a suonare, ieri pomeriggio, al citofono per avvertirla che Antonino era stato ferito a colpi d’arma da fuoco. L’uomo, secondo la testimonianza della donna, a proposito della quale inquirenti e investigatori nutrono molti dubbi, avrebbe suonato al citofono dicendo: “Scenda che suo figlio sta male”. La donna, senza prendere la borsa, indossando ancora le ciabatte di casa, avrebbe trovato il figlio sul sedile anteriore mentre l’uomo sedeva su quelli posteriori. Si sarebbe messa alla guida e, prima di arrivare all’ospedale di Magenta, lo sconosciuto le avrebbe detto di fermarsi e sarebbe sceso dall’ auto.

La madre dei Cutrì sarebbe quindi entrata a bordo dell’auto nel pronto soccorso. Una circostanza che stride, dal momento che la vettura è stata trovata dai carabinieri fuori dall’ospedale, anche se a poca distanza. Nelle ultime ore sono stati sentiti un pò tutti i familiari dal pm Raffaella Zappatini, titolare dell’indagine. La madre dei Cutrì avrebbe raccontato che il terzo fratello, Daniele, sarebbe partito domenica sera per Napoli per una gita con un amico. Nella serata di ieri era circolata la notizia, poi smentita, che il terzo fratello Cutrì si era costituito in ospedale perché ferito a un piede. 

 

 

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