Le autostrade e il mistero degli sconti per i pendolari. Proprio quelli che il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha promesso per controbilanciare i rincari dei pedaggi di inizio anno. Gli abbonamenti per chi percorre lo stesso tragitto per più di venti volte al mese sarebbero dovuti partire l’1 febbraio, ma oggi non si sa ancora nulla. Agli automobilisti così non resta che rassegnarsi agli aumenti medi del 3,9 per cento con punte dell’8,28. E chiedere informazioni all’Aiscat. Invano, perché dall’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori non sanno dire quando l’accordo sugli sconti verrà firmato con il ministero.

Non c’è niente di certo nemmeno sui dettagli dell’intesa. Eppure venerdì 31 gennaio l’ufficio stampa del ministero assicurava a ilfattoquotidiano.it che l’accordo sarebbe stato siglato in giornata, forse nelle prime ore di sabato. E assicurava che gli abbonamenti per pendolari, una volta partiti, sarebbero stati retroattivi e validi dal primo febbraio. Anche su questo, però, l’intesa ancora non c’è. Restano da superare diverse difficoltà tecniche e vanno convinte tutte le società autostradali interessate, ben 24.

Insomma, le promesse di Lupi hanno creato imbarazzi e mal di pancia nell’associazione delle autostrade guidata dal vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona. Forse qualcosa in più si saprà in settimana. L’unica quasi-certezza, al momento, è che per usufruire degli sconti bisognerà dotarsi del telepass, con tanto di costi annessi: almeno 15 euro all’anno più le spese di addebito sul conto corrente. Per gli altri particolari restano solo le promesse. “A partire da febbraio e sino al 31 dicembre 2015 – si legge nella nota diffusa dal ministro dieci giorni fa – i pendolari godranno di una agevolazione tariffaria/abbonamento del 20 per cento. Godrà di questo sconto chi farà per venti volte il percorso di andata e ritorno (40 tratte) su un tragitto definito da casello a casello per una tratta massima di 50 chilometri (50 andata e 50 ritorno). Lo sconto scenderà progressivamente dal 20 al 10 per cento al diminuire dei viaggi sino alla soglia minima di dieci viaggi di andata e ritorno (20 tratte) sotto la quale è difficile essere definiti pendolari”.

L’iniziativa di Lupi era arrivata dopo i rincari imposti dalle società autostradali grazie alle convenzioni che regolano le concessioni statali. Aumenti che hanno provocato la reazione critica delle associazioni dei consumatori: “Tra costi diretti e indiretti gli aumenti dei pedaggi autostradali scattati dal primo gennaio comporteranno un aggravio di 87 euro annui a famiglia”, hanno calcolato Adusbef e Federconsumatori.

La tipologia di sconti pensata dal ministro, in ogni caso, ha già attirato le dure critiche di Legambiente: “Non ha senso il vincolo che l’ingresso in autostrada e l’uscita debbano avvenire sempre allo stesso casello per ottenere le agevolazioni”, sostiene il responsabile Trasporti per la Lombardia Dario Balotta, che si è scagliato anche contro l’obbligo del Telepass e la riduzione degli sconti sotto i 20 viaggi mensili. Ma per Lupi gli abbonamenti sono “un aiuto concreto a una delle due categorie sulle quali si fa sentire in modo più sensibile l’impatto degli aumenti delle tariffe”. Così diceva il 24 gennaio, assicurando che l’Aiscat aveva accolto la sua proposta. Ma l’accordo, per ora, non è pervenuto.

@gigi_gno

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