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Teoria relatività Einstein, scoperte tre stelle utili a testarne il principio

Descritto su Nature, il trio di stelle è stato scoperto dal gruppo coordinato da Scott Ransom dell’Osservatorio Nazionale di Radio Astronomia degli Stati Uniti, a Charlottesville. Tali astri sono usati come strumenti di precisione per lo studio di molti fenomeni, comprese le sfuggenti onde gravitazionali, distorsioni nello spazio tempo causate da eventi violenti come esplosioni di gigantesche stelle
Teoria relatività Einstein, scoperte tre stelle utili a testarne il principio
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Scoperto un ‘terzetto stellare’ d’eccezione, composto da due nane bianche e una stella di neutroni molto densa, che potrà costituire un laboratorio unico per la fisica e un banco di prova per testare la teoria della relatività generale di Einstein.

Descritto su Nature, il trio di stelle è stato scoperto dal gruppo coordinato da Scott Ransom dell’Osservatorio Nazionale di Radio Astronomia degli Stati Uniti, a Charlottesville. Le tre stelle, situate a circa 4.200 anni luce dalla Terra, si trovano in uno spazio più piccolo dell’orbita terrestre intorno al Sole. La stella di neutroni è una pulsar, ossia una stella molto densa che ruota molto velocemente su se stessa ed emette fasci di onde radio a intervalli regolari.

Tali astri sono usati come strumenti di precisione per lo studio di molti fenomeni, comprese le sfuggenti onde gravitazionali, distorsioni nello spazio tempo causate da eventi violenti come esplosioni di gigantesche stelle. La pulsar gira su se stessa in modo velocissimo, 366 volte al secondo, e ruota molto vicina a una nana bianca e a una seconda un po’ più distante. La vicinanza delle stelle e le loro caratteristiche molto particolari hanno permesso di misurare in modo molto preciso le complesse interazioni gravitazionali che si sviluppano in un sistema del genere.

“Le perturbazioni gravitazionali inflitte a ogni membro di questo sistema da parte degli altri sono incredibilmente forti” ha detto Ransom. “La pulsar – ha aggiunto – è uno strumento estremamente potente per misurare tali perturbazioni”. Studiando il sistema con telescopi spaziali e radiotelescopi basati a Terra, è stato possibile registrare l’orario di arrivo degli impulsi radio della pulsar. Queste misure hanno permesso di calcolare la geometria del sistema e le masse delle stelle con una precisione senza precedenti. È stato scoperto, a esempio, che le orbite degli oggetti sono sorprendentemente complanari, ossia quasi sullo stesso piano, e quasi circolari, indicando un passato evolutivo complesso.

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