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Forconi, la destra e le piazze: l’eskimo non si addice a Berlusconi

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Da anni la destra parlamentare e/o estrema mostra orgogliosamente il dito medio ai protestatari di qualsiasi protesta (studenti medi, donne, indignados, NoTav, ricercatori, operai, disoccupati), chiedendo cariche di polizia, arresti di massa e pene esemplari. Poi Berlusconi apre ai ‘Forconi’ e come per magia, la più impresentabile delle piazze diventa una causa sacrosanta e il Governo viene pressato perché riceva i responsabili del movimento. Al contrario, la destra parla malvolentieri della piazza di Kiev: in altri tempi si sarebbe entusiasmata per la rivolta filo-europea di un Paese dell’ex blocco sovietico, e basta richiamare alla mente l’Ungheria o la Primavera di Praga per capire di cosa si parla. Ma l’Ucraina no, non sembra meritare commenti di solidarietà: lì la piazza contesta “l’amico Putin” e ciò basta per renderla invisibile o addirittura sospetta.

Non è schizofrenia politica, ma l’ultima “pesca delle occasioni” della destra italiana, che nacque europeista, legalitaria, anticomunista e dopo un ventennio di limbo ideologico diventa all’improvviso anti-europea, ribellista e fraternamente vicina all’ultimo capo del Kgb per raschiare il fondo del barile elettorale. Ma non si può fare Alba Dorata dopo aver ricoperto posizioni di massimo potere istituzionale per alcuni lustri, dopo aver gestito il Viminale e il ministero dell’Economia fino all’altro ieri, dopo aver firmato gli impegni internazionali che hanno messo il guinzaglio ai bilanci nazionali. Persino in un Paese smemorato come l’Italia. Persino se si è rinunciato alle ambizioni di governo e si punta a inventarsi un ruolo di opposizione forte. Anzi, soprattutto in questo caso: fare l’opposizione, in una situazione come quella italiana, richiede elementi di reputazione e credibilità che alla vecchia classe dirigente pidiellina mancano del tutto. L’opposizione è storicamente il terreno dei Berlinguer e degli Almirante, dei Di Pietro e dei Bossi prima maniera, e ora dei Grillo: figure molto diverse ma accomunate dal fatto di non essersi “sporcati le mani” con il potere. Anche per fare i Masaniello, poi, ci vuole un certo curriculum e una certa predisposizione: mettersi l’eskimo insieme ai Forconi dopo aver criminalizzato persino i liceali che sfilavano contro la Gelmini non è così agevole come sembra.

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