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Credito, il direttore generale di Bankitalia: “Non so se va a chi davvero lo merita”

Salvatore Rossi al Festival della Scienza di Genova: "Bisogna che le banche aumentino la loro capacità di fare una intelligente selezione del credito e che la struttura finanziaria italiana sia meno dipendente dal credito bancario"
Credito, il direttore generale di Bankitalia: “Non so se va a chi davvero lo merita”
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“Spero che nell’erogazione del credito si tenga conto del merito, ma non sono sicuro che sia così”. Parola del direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, secondo cui “bisogna che le banche aumentino la loro capacità di fare una intelligente selezione del credito e che la struttura finanziaria italiana sia meno dipendente dal credito bancario”. Le parole del numero uno di Palazzo Koch durante una conferenza dal titolo emblematico (‘Chi ha rubato il futuro ai giovani?’) nell’ambito del Festival della scienza, a Genova. Analizzando i motivi della stretta sul credito, il direttore generale di via Nazionale ha osservato che questa “è purtroppo il risultato di 5 anni di recessione. Dopo una crisi così grave, la più grave dal dopoguerra, fare credito è diventato più difficile – ha detto Salvatore Rossi – Le imprese migliori che esportano vanno molto bene nonostante la recessione e hanno ridotto la domanda di credito, ma l’ha aumentata chi è più in difficoltà e verso queste le banche esercitano più prudenza”.

Rossi, poi, ha parlato anche delle trovate finanziarie degli istituti di credito: “Alle banche bisogna chiedere le cose giuste, non cose che le banche non devono e non possono fare: devono impegnare le risorse che raccolgono dai risparmiatori oculatamente, senza correre avventure a sostegno dell’economia che è fatta di famiglie e imprese” ha detto il direttore generale di Bankitalia. Che ha aggiunto: “Non chiediamo a nessun soggetto economico o sociale di caricarsi di responsabilità pubbliche”. Per Rossi il ‘pubblico’ “sono il Parlamento e il Governo: a loro spetta mettere in atto politiche che aiutino la società e l’economia ad uscire da una condizione che risale a molti anni prima della crisi. Perché saranno almeno 20 anni – ha continuato il responsabile di Palazzo Koch – che la nostra economia fa fatica nella competizione internazionale”. Nei giorni scorsi sia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco avevano rivolto inviti al sistema bancario per dare aiuti a imprese e famiglie.

Il tasso di disoccupazione giovanile, poi, è uno dei crucci principali per Bankitalia. “Preoccupa moltissimo, è uno dei pesi più insopportabili che l’economia e la società si ritrovano a fronteggiare” è stato il parere di Salvatore Rossi, che ha riflettuto sul titolo della conferenza genovese (‘Chi ha rubato il futuro ai giovani?’), il quale, a sentire il dg, “potrebbe essere il soggetto di un giallo”. Per Rossi, inoltre, “bisogna andare molto indietro nel tempo per trovare una risposta. Bisogna risalire agli anni Settanta, quando si mise in movimento la slavina del debito pubblico. Da allora si sono messe in moto le condizioni per un uso distorto delle risorse pubbliche e questo ha finito per pesare, attraverso il debito pubblico, sulle generazioni successive: da allora ne sono passate due e la situazione è andata peggiorando”. Per Rossi, la chiave per uscire da questa situazione “sta nella scienza e nella conoscenza, nella capacità di innovare, nelle ‘skills‘, cioè l’insieme di abilità, capacità cognitive e di stare alle regole del gioco che cambiano continuamente. Tutto questo è anche il frutto di un sistema di istruzione che in Italia è gravemente difettoso a tutti i livelli”.

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