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Ligresti-Cancellieri, quando da vice prefetto faceva pr per il costruttore

Il cronista de "Il Giornale", dopo le proteste dell'ingnegnere per alcuni articoli sullo scandalo delle aree d'oro, arrivò all'incontro con l'imprenditore Antonino Ligresti e trovò l'allora portavoce dalla prefettura di Milano
Ligresti-Cancellieri, quando da vice prefetto faceva pr per il costruttore
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Il rapporto di Anna Maria Cancellieri con la famiglia Ligresti è antico. Tanto che già nel 1987 è protagonista di uno strano incontro raccontato nell’ottobre di quell’anno dal mensile Società civile. Salvatore Ligresti nel 1986 era stato coinvolto a Milano nello “scandalo delle aree d’oro”. Quando anche il Giornale di Indro Montanelli comincia a scriverne, don Salvatore fa arrivare la sua protesta nella redazione di via Negri. Il cronista che seguiva la vicenda, Federico Bianchessi, viene allora incaricato di andare a sentire che cosa avevano da dire i Ligresti.

Bianchessi si presenta all’appuntamento concordato, presso la clinica Città di Milano, allora proprietà di Antonino Ligresti, fratello di Salvatore. E trova una sorpresa: ad attenderlo c’è Anna Maria Peluso, cioè la Cancellieri, che allora si faceva chiamare con il cognome del marito ed era viceprefetto e capo ufficio stampa della Prefettura di Milano. È lei a fare gli onori di casa, accoglie Bianchessi e lo accompagna in una sala dove assiste all’incontro con Antonino Ligresti. Un lungo monologo in cui il direttore della clinica sostiene che il fratello Salvatore è un benefattore della città di Milano e proprio non si merita il trattamento che la stampa gli sta accordando. È vittima di una campagna che, oltre a gettare discredito su una persona buona, manda in rovina centinaia di lavoratori a causa del blocco dei cantieri causato dagli interventi dei magistrati.

Il cronista ascolta prende atto, saluta e se ne va. Resta invece il mistero dell’amica silenziosa: che cosa ci faceva il viceprefetto in quella stanza? Quali garanzie intendeva offrire con la sua presenza? Interpellata allora (autunno 1987) da chi scrive, la dottoressa Peluso ammette: “Non posso che confermare, dato che l’incontro tra il cronista e il fratello di Ligresti è realmente avvenuto, su richiesta del Giornale di Montanelli. La mia presenza però è stata casuale. Con Antonino Ligresti ho un’amicizia ventennale, e mi trovavo alla sua clinica per altri motivi. Sono cose che capitano, a quell’incontro non ho detto una parola, chi mi conosce sa che non ho mai usato il mio ufficio per qualcosa di diverso dagli interessi dell’ufficio”.

Della vicenda viene a conoscenza anche il consigliere comunale Basilio Rizzo, molto attivo nella denuncia dello scandalo delle aree d’oro, che chiede spiegazioni al prefetto di allora, Vincenzo Vicari: è a conoscenza del fatto che un funzionario del suo ufficio ha presenziato a un incontro tra il cronista di un quotidiano cittadino e il fratello del costruttore sotto inchiesta Salvatore Ligresti? “Non ne so nulla”, risponde Vicari. “Se è successo, il funzionario in questione potrebbe essere la dottoressa Peluso, amica di famiglia dei Ligresti”.

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