L’intervento militare in Siria non ci sarà. Almeno per ora. Durante la scorsa notte, infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione vincolante sullo smantellamento dell’arsenale di armi chimiche del regime di Damasco. La decisione è arrivata dopo che il comitato esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche aveva adottato all’Aja il piano per la distruzione dell’arsenale siriano. Il voto è stato salutato dal segretario di stato americano John Kerry, dai ministri degli Esteri russo Sergei Lavrov e britannico William Hague, tutti presenti al momento del voto. “Con una sola voce diciamo che le armi chimiche non verranno tollerate”, ha dichiarato Hague. Lavrov ha esortato l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche a lavorare “in modo professionale ed imparziale”. Damasco, ha osservato, ha dimostrato “reale volontà di cooperare” nel consegnare all’organizzazione in modo rapido la lista dei suoi arsenali.

Nella risoluzione, l’esecutivo Onu minaccia il ricorso a misure punitive contro quella parte siriana che dovesse mancare all’adempimento degli obblighi derivanti dalle decisioni adottate, come tempi di verifica e distruzione delle armi. Il testo fa riferimento al capitolo VII della Carta Onu senza tuttavia autorizzare il ricorso a misure punitive in maniera automatica, come ha sottolineato in modo chiaro il capo della diplomazia russa. Misure quali un intervento o sanzioni dovranno infatti essere approvate nel quadro di una seconda risoluzione per poter essere varate.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha definito “storica” la decisione e si è congratulato con i rappresentanti dell’esecutivo Onu. “Si tratta della prima buona notizia sulla Siria da tempo”, ha dichiarato Ban, annunciando per metà novembre la data in cui si dovrebbe tenere a Ginevra la conferenza di pace sulla Siria.

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