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Allarme di Federconsumatori, la pausa pranzo è sempre più cara

Secondo l'osservatorio nazionale dell'associazione di consumatori, negli ultimi mesi il pasto che si consuma fuori dagli uffici è aumentato in media del 4%. Mangiare in una tavola calda o in un bar può costare anche 300 euro al mese.
Allarme di Federconsumatori, la pausa pranzo è sempre più cara
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La pausa pranzo al bar è sempre più cara e gli italiani, come avevamo raccontato qui, preferiscono il fai da te. Con aumenti medi di parecchi euro negli ultimi anni, il 2013 è stato l’anno della rivincita della “schiscetta”: torte salate, insalatone, pasta fredda. Il cibo portato da casa è (spesso) più salutare, di certo meno comodo da preparare ma, senza dubbi, più economico: la spesa media per un pasto fatto a casa costa circa 3 euro, cioè il 77% in meno rispetto a quello acquistato. E si potrebbe fare ancora meglio, con risparmi di oltre l’80%, con il pranzo collettivo tra i colleghi: a turno, nel giorno prefissato, ognuno prepara il menu per tutti. Anche se in molti uffici è pura utopia.

Ma di quanto è rincarato il pranzo fuori, che ha costretto sempre più persone a rinunciare alla pausa al bar, nelle mense o nei punti self service? Del 4% in media rispetto al 2011 secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (O.N.F.). Un pasto tipo composto da acqua, un piatto di pasta, dessert e caffè consumato in una tavola calda o in un self service può arrivare a costare 13,20 euro al giorno, per un totale di 290,40 euro al mese, addirittura il 139% in più rispetto al 2001. Se infatti un piatto di pasta una decina di anni fa costava in media 2,32 euro, oggi ne costa 6,40. Dal 2001 costa più di tre volte tanto anche la bottiglietta da mezzo litro di acqua: da 52 centesimi a 1 euro e 70. Il dessert al piatto raddoppia: da 2,07 a 4 euro in poco più di 10 anni. E pure il caffè è passato da 62 centesimi di media a oltre 1 euro.

Ecco nel dettaglio i costi rilevati dall’osservatorio Federconsumatori:

www.puntarellarossa.it

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