Commissariare l’IlvaImpossibile. O forse no. Sui provvedimenti da prendere all’indomani della decisione dell’azienda di chiudere 7 stabilimenti e “scaricare” 1500 dipendenti come “ritorsione” al sequestro al patrimonio della famiglia Riva deciso dal Tribunale di Taranto, c’è ancora grande incertezza. Probabilmente anche un po’ di confusione: il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, infatti, prima chiude in maniera all’ipotesi, poi ci ripensa e la include nelle opzioni allo studio dei tecnici. Mentre il Gruppo Riva insiste sulla linea dura e ribadisce che “lo stop agli impianti non è una scelta ma un atto dovuto” 

Stamattina il ministro Zanonato aveva escluso che ci fossero i margini per un provvedimento di commissariamento per l’azienda: “Si ragiona su cento cose – aveva dichiarato a Radio24 – e ho valutato anche un’ipotesi di commissariamento, ma con la legge Ilva mi pare impossibile perché queste acciaierie non hanno una situazione di disastro ambientale”.

La chiusura, però, è diventata meno netta col passare delle ore. Dopo l’incontro tenutosi in mattinata con i sindacati, il ministro ha detto di “non essere ancora in grado di prendere in considerazione l’ipotesi del commissariamento, con tutto l’insieme di questioni che comporta”. Poi Zanonato si è fatto ancora più possibilista: “Non è stata presa una decisione di merito, ci ritroviamo lunedì dopo aver studiato a fondo e vedere se è possibile gestire l’azienda Riva acciaio indipendentemente dal sequestro o se è necessario adottare una norma che salvaguarda la volontà dei giudici e non blocchi l’attività produttiva. La seconda ipotesi – ha aggiunto il ministro – potrebbe immaginare anche il percorso del commissariamento“. Comunque, ha precisato Zanonato, ”stiamo lavorando non contro il sequestro, ma per vedere come mantenere la produzione e per far sì che il sequestro non metta i lavoratori nella condizione di non lavorare”.

Mentre dall’azienda non arrivano segnali concilianti. Per lo stop degli impianti di Riva Acciaio “non si è trattato di una scelta aziendale, bensì di un atto dovuto, cioè della tempestiva esecuzione del provvedimento del Gip che, ordinando il sequestro, ha sottratto alla proprietà la libera disponibilità degli impianti e dei saldi attivi di conto corrente”, spiega l’azienda in una nota ufficiale.

Tutte le ipotesi, dunque, sono ancora sul tavolo. Di certo c’è che il ministro assicura che “tutti i lavoratori saranno tutelati con la cassa integrazione: l’azienda ci chiederà gli ammortizzatori sociali e ha tutti i presupposti per ottenerli”. Anche il premier Enrico Letta promette “provvedimenti concreti” e che i lavoratori “non saranno lasciati soli”. Per parlare di Cig e sequestro Zanonato vedrà lunedì il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, e sempre ad inizio della settimana prossima terrà anche un nuovo incontro con i tecnici ministeriali.

Oggi, invece, il ministro si era riunito con le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm. A chiedere il commissariamento, infatti, è soprattutto la Fiom. Rosario Rappa, responsabile della siderurgia a RaiNews24 ribadisce la linea già espressa dal segretario Maurizio Landini: “Chiediamo il commissariamento di tutto il gruppo Riva”. Per Susanna Camusso, leader della Cgil, “siamo di fronte a delle scelte che mettono in discussione la continuità di una produzione importante, che mettono a rischio i lavoratori, le loro retribuzioni e la loro prospettiva. Per questo insistiamo nel chiedere al governo un provvedimento che, molto rapidamente, permetta la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti”. Usb invece parla di nazionalizzazione: “L’ultima dei signori dell’acciaio, giunta appena dopo il licenziamento politico di un delegato Usb a Taranto, ha superato ogni limite” dichiara Fabrizio Tomaselli che chiede a governo e partiti di “abbandonare per un attimo la tragicomica vicenda Berlusconi ed intervenire immediatamente, di rimuovere licenziamenti e discriminazioni, di procedere al sequestro, alla requisizione e alla nazionalizzazione di tutte le proprietà dei Riva”.

Contraria invece all’ipotesi è la Fim Cisl. Il sindacato di area cattolica ritiene decisiva una soluzione immediata che porti al riavvio degli impianti e, se non vi saranno novità, e annuncia per lunedì mattina iniziative di mobilitazione, a partire dalle 9.30, che interesseranno tutte le realtà coinvolte. “Invitiamo nuovamente la famiglia Riva a non procedere ad azioni unilaterali, che oggi più che mai non sono solo sbagliate ma gravi e inaccettabili”. Anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, parla però di “ignobile ritorsione nei confronti dei lavoratori”.

Verona, i sindacati incontrano il prefetto
E’ fissato per domani, 14 settembre, l’incontro tra il prefetto di Verona e i rappresentanti sindacati e dei lavoratori della sede scaligera della Riva Acciaio. La chiusura decisa dall’azienda di tutte le fabbriche in Italia interessa anche i 429 dipendenti, tra i quali 317 operai, della storica fonderia veronese, l’ex Galtarossa. I sindacati Fim, Fiom e Uilm in una nota congiunta hanno annunciato che le Rsu si attiveranno per intervenire subito al ministero del lavoro per avere al più presto la cassa integrazione straordinaria a copertura dei giorni di blocco della produzione. “Coinvolgeremo tutte le istituzioni – prosegue la nota sindacale – prima dell’intervento del tribunale del riesame, affinché il provvedimento di sequestro del 17 luglio scorso possa essere rivisto”. Intanto oggi pomeriggio i lavoratori di Riva Acciaio terranno un sit-in davanti alla fabbrica di Verona.

Sull’Ilva scontro politico. Bondi (Pdl): “I magistrati ridurranno l’Italia in macerie”
Dal centrodestra continua l’attacco ai magistrati: “Quando i magistrati italiani avranno completato la propria missione di pulizia morale e di rinnovamento politico – afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi – l’Italia sarà finalmente ridotta ad un cumulo di macerie e a una felice povertà”.  Punta il dito contro la famiglia Riva, invece, il leader di Sel e governatore della Puglia, Nichi Vendola: “Bisogna estrometterla dalla gestione di tutte le società del gruppo. Generalizzare il modello commissariamento. Lo Stato abbia coraggio e la mano pubblica difenda il lavoro di migliaia di operai, ma anche il diritto alla vita e alla salute”.

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