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Da Napoli a New York, 136 città a rischio inondazioni e “bancarotta”

Il monito è contenuto in uno studio della Banca Mondiale pubblicato dalla rivista Nature Climate Change. Le città costiere di tutto il mondo si trovano a un bivio: spendere 50 miliardi di dollari l’anno ora per attrezzarsi a resistere alle inondazioni oppure prepararsi a sborsarne mille (corrispondenti a 750 miliardi di euro) a partire dal 2050
Da Napoli a New York, 136 città a rischio inondazioni e “bancarotta”
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Le città costiere di tutto il mondo si trovano a un bivio: spendere 50 miliardi di dollari l’anno ora per attrezzarsi a resistere alle inondazioni oppure prepararsi a sborsarne mille (corrispondenti a 750 miliardi di euro) a partire dal 2050. Il monito è contenuto in uno studio della Banca Mondiale pubblicato dalla rivista Nature Climate Change, che ‘avverte’ anche Napoli, unica città italiana tra le 136 studiate. Se il capoluogo campano non si proteggerà da questa calamità naturale rischia un esborso considerevole, che anche se non è paragonabile ai miliardi di dollari delle grandi metropoli lo mette comunque al terzo posto tra i paesi in cui il rischio aumenterà di più.

Lo studio coordinato dall’economista Stephane Hallegatte ha prima di tutto calcolato il rischio attuale di perdite economiche, che ammonta a circa 6 miliardi di dollari e che vede concentrarsi in quattro città, Miami, New York, New Orleans e Guangzhou in Cina, il 43% della cifra totale. A partire da questa base i ricercatori hanno composto uno scenario basato sulla crescita prevista della popolazione nelle città, sul possibile innalzamento dei mari, sulle capacità di aumentare le protezioni e sul fenomeno della subsidienza, lo ‘sprofondamento’ delle città causato dai movimenti del suolo. Anche nel caso di protezioni adeguate, scrivono gli autori, il rischio sale di 10 volte, arrivando a 60 miliardi di dollari, una cifra comunque irrisoria se paragonata al prezzo dell’inerzia. “Senza nessun adattamento – scrivono infatti gli autori – l’aumento nelle perdite medie è enorme, e supera il trilione di dollari l’anno, una cifra pari al Pil dell’Iran nel 2012”.

In questo scenario ‘pessimistico’, scrivono gli autori, saranno Guangzhou, Mumbay e Calcutta, già ora ai vertici della poco invidiabile classifica, ad avere le peggiori perdite. Un calcolo invece delle città a cui costerà di più l’assenza di iniziative vede al terzo posto Napoli, dietro ad Alessandria in Egitto e Barranquilla in Colombia. In queste città i danni potenziali aumenteranno di più del 50%, e nel caso italiano arriveranno a 81 milioni di dollari l’anno. Lo studio ha calcolato anche per ogni città quanto costerebbe aumentare le difese contro il mare. “Difendere tutte e 136 le città – scrivono gli autori – costerebbe 50 miliardi di dollari l’anno, molto meno quindi rispetto alle possibili perdite”.

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