Braccia incrociate a Ferragosto per i lavoratori del commercio a Modena e provincia. A sostenere il loro sciopero, tutti i sindacati uniti: Filcams-Cgil, Fisacat-Cisl e Uiltucs-Uil. “E’ una risposta – spiegano le organizzazioni sindacali – all’assenza di una soluzione politica alla devastante ed inutile deregolamentazione degli orari commerciali». Nel mirino resta dunque il decreto ‘Salva Italia’ che ha introdotto la liberalizzazione delle aperture dei negozi 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno.

Quest’anno a Modena – assicurano dalla Filcams-Cgil – saranno tanti i negozi che resteranno aperti anche il giorno di ferragosto. “Molte delle grandi catene commerciali – spiega Fiorella Prodi, segretario della Filcams-Cgil – nel modenese resteranno aperte anche il 15 agosto, come l’Obi, Panorama e Familia. Secondo il contratto nazionale, invece, alcune date come quella di Ferragosto non rientrano nei giorni lavorativi obbligatori ma solo volontari”. Ai datori di lavoro, i sindacati confederali rimproverano di imporre «il lavoro festivo facendo leva sulla paura della perdita del posto».

La motivazione che spinge molti negozi a rimanere aperti anche il 15 di agosto è soprattutto quella della crisi che colpisce il commercio ma anche i cittadini. Le città non sono più deserte come accadeva negli anni scorsi perché molti hanno dovuto rinunciare alle vacanze per mancanza di disponibilità finanziarie, rimanendo a casa. “Ormai – spiega Stefano Bollettinari, direttore regionale della Confesercenti – sta scomparendo l’idea della città tutta chiusa per le feste, soprattutto dopo la liberalizzazione del commercio. I negozi che restano aperti aumentano sempre di più, anche perché la crisi si fa sentire”. E non solo a Modena. In tutta l’Emilia Romagna, ad esempio, molti negozi alimentari resteranno aperti almeno per metà giornata.

Cgil, Cisl e Uil però non si arrendono e continuano a difendere il diritto dei lavoratori del commercio di non lavorare a Ferragosto. Fra le motivazioni dello sciopero, ricordano che: «per i lavoratori occupati nella grande distribuzione c’è un grande appesantimento dei carichi di lavoro per garantire tutte le aperture». Lamentano anche l’aumento «a dismisura» del lavoro nero ed irregolare e «l’assenza dei dovuti riposi compensativi in quelle realtà che non hanno organici tali da garantire le aperture in tutte le giornate festive». “La deregolamentazione degli orari nel commercio – accusano – ha prodotto effetti opposti a quelli annunciali dai suoi promotori: invece di un aumento di posti di lavoro e consumi resta una vertiginosa tendenza opposta. L’occupazione nel settore del commercio non cresce, anzi cala. Aumentano le chiusure del piccolo e medio commercio che non è in grado di reggere la fortissima crisi e le inutili aperture per 365 giorni all’anno». Cgil-Cisl-Uil del commercio chiedono quindi al Governo «di prendere rapidamente in mano questa vicenda che non sta producendo alcuna crescita per il Paese».

 di Paola Benedetta Manca

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