Minaccia di occupare i palazzi della Regione Emilia Romagna, la Lega Nord, in segno di protesta contro la mancata riqualificazione dell’Emilia terremotata nelle mappe di classificazione sismica, che oggi la identificano come terra “a basso rischio sismico”. E che, quindi, la escludono dalle agevolazioni fiscali al 65% per l’antisismica previste dal decreto per l’Edilizia, il cosiddetto ‘Ecobonus’, in quanto, appunto, inserita in classe 3. “Così i terremotati sono cornuti e mazziati – attacca Mauro Manfredini, capogruppo regionale del Carroccio – è inammissibile e vergognoso che il terremoto del maggio scorso, che ha causato 28 morti e danneggiato 23.000 imprese, sia considerato di serie B, impedendo in tal modo alle vittime l’accesso ai bouns fiscali. Questa riclassificazione s’ha da fare, da subito, altrimenti noi occuperemo viale Aldo Moro”.

Ma il malumore non si respira solo tra le fila dei leghisti. A sollevare l’onda della polemica erano state le dichiarazioni del direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Bologna, Andrea Morelli, che alla stampa aveva annunciato come, nonostante i fenomeni sismici del maggio 2012, a cui sono seguite centinaia di scosse che, mese dopo mese, hanno continuato a terrorizzare tutta la bassa tra Modena, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara, non ci fossero “al momento iniziative che vadano nel senso di una revisione della mappa”. “Sono tanti i parametri che si utilizzano per arrivare a definire una classe sismica – aveva spiegato Morelli – ci si basa sull’energia dei terremoti, ma anche sulla loro frequenza”. E in base alle attuali norme di classificazione, “la classe 3, per le zone della bassa modenese, è appropriata”.

E proprio alla rivisitazione di quelle norme si sono appellati i parlamentari emiliano romagnoli del centrosinistra, increduli nello scoprire che l’Emilia sarebbe rimasta classificata tra le aree a basso rischio sismico. Il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Giovanni Paglia ha proposto di “ampliare le classi di rischio” per inserire anche ‘il cratere’ tra le zone da agevolare. Davide Baruffi, del Pd, ha presentato un ordine del giorno per chiedere al governo di rivedere l’esclusione dell’Emilia, e così il senatore democratico Stefano Vaccari. Ma da Roma, nonostante appelli e polemiche provenienti da tutti gli schieramenti politici, non ci sono stati passi indietro.

Eppure, come ha spiegato Morelli, per “cambiare i parametri di valutazione per le classi di rischio” servirebbe “una decisione politica”: attualmente la mappa, ha chiarito l’Ingv, “non si basa sui massimi valori attesi per ogni zona ma sulla possibilità di avere un certo terremoto in un certo arco di tempo”, ed è “perfettamente adeguata alle normative di valutazione”. “Se si volesse avere una sicurezza maggiore, le classi, che sono fatte per dare dei riferimenti numerici a chi costruisce, dovrebbero essere basate sulla possibilità di scuotimento massimo. Cosa – ha aggiunto Morelli – che potrebbe essere fatta solo attraverso una decisione politica di un cambiamento complessivo nei parametri di valutazione per le classi di rischio, che però renderebbe la costruzione degli edifici economicamente difficile da sostenere”.

A questa decisione politica, tuttavia, non è solo la Lega ad appellarsi. Anche i sindaci della bassa sperano che la mappa cambi. Ma a prescindere da un effettivo intervento in tal senso, a far infuriare i primi cittadini del cratere, che ora dal commissario alla ricostruzione Vasco Errani si aspettano “chiarimenti”, sono le ‘tempistiche’. “Oltre al fatto tecnico, la valutazione è basata su parametri che secondo me andrebbero contestati, ci troviamo di fronte a un problema di opportunità e di momento – spiega Rudi Accorsi, sindaco di San Possidonio – io non credo che quello scelto da Ingv per rilasciare tali dichiarazioni fosse quello giusto. Informare la popolazione dell’Emilia che la Regione rimarrà classificata in classe 3, quindi a basso rischio sismico, così a ridosso di ciò che è successo, è sbagliato, anche eticamente. Prima ancora di parlare di tecnicismi bisognerebbe ricordarsi di avere rispetto per ciò che noi emiliani abbiamo vissuto, un fatto drammatico del quale ci portiamo ancora il segno addosso”.

“E’ difficile mettere in dubbio un riscontro scientifico, per quanto possa esserlo la mappa di classificazione sismica – commenta anche Carlo Marchini, sindaco di Concordia sulla Secchia – però qui la preoccupazione è tanta. A noi sembra che la terra abbia dimostrato di avere una forza notevole, i terremoti continuano e anche se le scosse sono lievi, la memoria torna sempre a quei giorni del 2012. Come sindaco mi aspetto di ricevere dei chiarimenti, e di conoscere le valutazioni che hanno portato alle conclusioni diffuse dall’Ingv. Mi sembra il minimo”.

Intanto, la prossima settimana la Lega Nord sulla questione presenterà una risoluzione “che pretenderemo venga calendarizzata nella prima seduta utile dell’Assemblea Legislativa”. Nel frattempo, la chiamata rivolta “a sindaci, comitati, associazioni e cittadini” dai consiglieri del Carroccio risuona forte e chiara: “Invitiamo tutti a essere presenti in aula il giorno della discussione, e ai sindaci diciamo di partecipare alla protesta, anche consegnando fascia e presentando le dimissioni se sarà necessario. Il momento della tolleranza è finito”.

Prima, “per far piacere a Mario Monti ci hanno negato la no tax area, che invece è stata concessa ad altre 16 province – attacca ancora Manfredini – e ora per far contento Enrico Letta ci dicono che saremo esclusi dalle agevolazioni fiscali per l’antisismica previste dal decreto sull’Ecobonus. Ma a Roma se lo ricordano che a maggio gli Emiliani hanno perso la casa, il lavoro, e hanno pianto 28 morti?”.

 

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