Gli scontri in Egitto incendiano il petrolio, che schizza oltre 100 dollari al barile per la prima volta da settembre. Mentre il presidente Mohamed Morsi non ha intenzione di piegarsi all’ultimatum delle esercito che vuole le sue dimissioni, le principali Borse europee sono in rosso, con Piazza Affari che ha chiuso in calo dello 0,54%, a 15.282 punti, limando le perdite nel pomeriggio. Tra i timori degli investitori c’è anche lo spettro della crisi del Vecchio Continente, con la Grecia messa all’angolo da Bruxelles e il Portogallo alle prese con il rimpasto del governo.

Il rendimento dei titoli portoghesi a dieci anni vola così oltre il 7% per la prima volta da quest’anno, dopo le dimissioni di due ministri dal governo di Pedro Coelho, con lo spread tra i bond portoghesi e il bund tedesco in rialzo a 584 punti base. In salita anche il differenziale tra titoli italiani e tedeschi, che è salito a oltre 290 punti per poi chiudere a quota 284. Il prossimo appuntamento decisivo per l’Ue è lunedì prossimo, quando Bruxelles deciderà sulla nuova tranche di aiuti da 8,1 miliardi.

Timori anche dall’altra parte del mondo. A partire dalla Cina, dove l’indice Pmi sul settore dei servizi a giugno è sceso a 53,9 punti dai 54,3 punti di maggio, segnando il minimo da nove mesi. Preoccupano anche gli Stati Uniti, dove i riflettori sono puntati sui dati macroeconomici in arrivo, che potrebbero decidere le nuove mosse della Federal Reserve, dopo l’annuncio delle ultime settimane sul possibile stop agli stimoli all’economia: in arrivo l’indice sulle richieste di mutui, sull’occupazione del settore privato e sui sussidi ai disoccupati.

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