chioccioleUn amico si è messo ad allevare, a ciclo biologico completo, chiocciole in Valdarno. Rispetta così il loro letargo e il loro affamato risveglio. Infatti il suo primo impegno è stato di costruire un paio di orti per produrre insalatine di ogni tipo senza chimica.

Dopo 12/18 mesi di acqua di pozzo, oltre la misticanza, dà loro bietola e mele.

Poi, dopo averle spurgate, le fa riaddormentare per permetterci di consumarle dopo tre lavature in acqua acetosa, tiepida e salata, dove le bellissime, risvegliandosi, schiumano via la loro bava.

Solo a quel punto, per tradizione mezza elbana e mezza familiare, le tuffo a bollire una quarantina di minuti per un’ultima lavatura, prima di immergerle in una pomodorosa salsa ottenuta dall’aver soffritto cipolle bianche affettate sgarbatamente con l’olio e dove, all’apparire del color oro, ho aggiunto qualche spicchio d’aglio tritato e abbondante nipitella mischiandola ad abbondanti foglie chiare di sedano giovane, sempre tritato. Pepe e peperoncino vi faranno tuffare giocoforza le dita in questa preistorica prelibatezza aiutandovi con pane casalingo.

Se vi dovessero avanzare, sgusciatele e risaltateci dentro dei mezzi paccheri. Alzerete così gli occhi al cielo riproponendovi che al primo temporale estivo sarà bellissimo andar per fossi a raccoglierle. Viceversa se pigri saprete a chi rivolgervi.

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