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Razzismo, se Berlusconi fa il ‘guitto’ e la Kyenge è nera

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Se Berlusconi fa cucù alla Merkel, si celebra con biografie ridicole a spese degli italiani, millanta la propria capacità di seduzione nei confronti di un capo di stato donna in occasione di vertici internazionali e balla con escort seminude all’età in cui gli altri portano a scuola i nipotini, insomma, se Berlusconi fa il ‘guitto’ è normale lo si tratti da ‘guitto’. Come si potrebbe tacciare credibilmente di attacchi personali chi dipingesse il ritratto di un personaggio che si renda ridicolo offendendo il suo ruolo e gli italiani? Per non parlare delle battute vergognose che Berlusconi stesso ha fatto ai danni di altri, dal kapò a Schulz alla Merkel culona e inchiavabile…

Diverso è cercare di sminuire e demolire personalmente e non nel merito chi, seppur per alcuni aspetti criticabile sul piano politico, abbia un comportamento dignitoso e rispettoso degli altri. Ecco perché sono accettabili le prese in giro a Berlusconi da parte di Sartori o Travaglio ed ecco perché invece ho difeso la dott.ssa Kyenge dalle critiche di Sartori, non perché è nera.

Mi spiace per i critici, ma per me l’uguaglianza fra le persone non è una forzatura politically correct, ma un principio insito nella mia natura: per me la signora Kyenge è uguale a tutti gli altri, il fatto che sia nera rileva come se avesse i capelli castani o gli occhi verdi. Perciò l’ho difesa da attacchi personali come ho fatto a suo tempo con la Carfagna e non avrei problemi a criticarla nel merito – come ho fatto con la Carfagna – senza tema di essere considerata razzista, perché non la considero intoccabile né in quanto nera né in quanto donna.

Purtroppo l’Italia ha due problemi: è il paese del tifo calcistico su ogni argomento e inoltre i tifosi pensano che tutti gli altri siano animati dalle loro stesse motivazioni, quindi se uno difende la Kyenge da attacchi personali deve essere per motivi ideologici e non può essere, che so, per educazione o perché ritiene che le critiche vadano fatte nel merito o perché è d’accordo sullo specifico caso potendo la volta successiva schierarsi in senso opposto in base ai contenuti.

E trovo anche scorretto attaccare la Kyenge con la motivazione che è diventata ministro perché nera. Semmai attaccherei Letta – il cui governo di larghe intese ho già criticato – per averla voluta ministro perché nera, ammesso che sia davvero questa la motivazione. Alla Kyenge è stata offerta l’opportunità di fare qualcosa nel campo dell’integrazione ed ha accettato, avendo nel settore specifico esperienze dirette e competenze paragonabili (se non superiori) ad altri colleghi di governo nei propri dicasteri.

Il suo errore è stato di parlare subito, senza riflettere (e senza nemmeno verificare che gli altri membri del governo fossero d’accordo, come se potesse da sola varare provvedimenti legislativi). Ma il danno l’ha fatto alla causa che voleva portare avanti, non agli italiani, visto che non ha messo in atto nessun provvedimento, a differenza del succitato Berlusconi che di leggi ai nostri danni (e spesso a proprio vantaggio) negli anni ne ha fatte passare parecchie.

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