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Fabrizio Miccoli, ministro D’Alia: “Il calciatore deve essere radiato dalla Figc”

Il ministro della Funzione pubblica è intervenuto nella vicenda delle intercettazioni tra l'ex capitano del Palermo e il figlio del boss Lauricella. Telefonate in cui il giocatore definisce "fango" il giudice Falcone. Sonia Alfano chiede ai tifosi rosanero di prendere le distanze dal loro beniamino e dalla società
Fabrizio Miccoli, ministro D’Alia: “Il calciatore deve essere radiato dalla Figc”
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Fabrizio Miccoli va radiato”. Per il ministro della Funzione pubblica Gianpiero D’Alia non ci sono alternative per punire le “vergognose” parole dell’ex capitano del Palermo su Giovanni Falcone. “Miccoli non può continuare a giocare perché ha tradito la fiducia di migliaia di tifosi che in lui, capitano del Palermo, hanno visto un esempio in cui identificarsi” ha detto il ministro, secondo cui “per questa ragione, chiediamo alla Figc di intervenire pesantemente e di valutare la sua radiazione”.

Sulla stessa linea d’onda Sonia Alfano, secondo cui “quanto emerge dalle intercettazioni dei dialoghi tra l’ex capitano del Palermo e Lauricella Jr è semplicemente disgustoso”. Per il  presidente della Commissione Antimafia Europea e dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, “le dediche di Miccoli ai giudici uccisi dalla mafia oggi suonano come delle vere e proprie prese in giro. Andrebbe radiato dal mondo del calcio”. Poi l’appello alla gente di Palermo e, in special modo ai sostenitori della squadra di calcio. “Anche quella parte di tifoseria che ha continuato a idolatrare tale soggetto e ha utilizzato gigantografie e striscioni per dichiarargli vicinanza e stima, nonostante fossero note a tutti le indagini in cui era (ed è) invischiato – ha aggiunto Alfano – ha una mentalità mafiosa. Se così non è, allora prenda le distanze, pubblicamente, sia da Miccoli che dalla società, ancora ‘misteriosamente’ silente su queste vicende, che non sono una novità di oggi. Intorno al Palermo calcio, che per ciò che rappresenta dovrebbe essere baluardo di legalità – ha concluso – continuano a svilupparsi, da anni, fatti a dir poco incresciosi. E il silenzio dei dirigenti non aiuta certo a cambiare l’immagine ormai compromessa di quell’ambiente”.

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