Dopo l’attacco al cantiere di Chiomonte di martedì 14 maggio arriva la prima accelerazione politica in tema di Alta velocità. “Entro le prossime due settimane la ratifica del trattato internazionale sulla Tav Torino-Lione sarà portata in Parlamento”, ha assicurato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi durante un incontro informale al ministero con alcuni parlamentari. Intanto, si insedia anche la task force sulla Torino-Lione, voluta sempre dal ministro Lupi e annunciata dal comitato di sicurezza tenutosi la sera degli scontri. Ma già scoppiano le prime polemiche, per la nomina alla guida della task force di Ercole Incalza, più volte inquisito per reati contro la pubblica amministrazione. La questione, sempre secondo quanto appreso, sarà discussa nel Consiglio dei ministri di venerdì 24 maggio e poi approderà in Parlamento.

“Si tratta di una importante accelerazione, è un chiaro segnale del governo di procedere senza ulteriori tentennamenti”, spiega Stefano Esposito (Pd), vicepresidente della Commissione trasporti al Senato. All’incontro, oltre a Esposito, erano presenti, tra gli altri i parlamentari piemontesi Silvia Fregolent e Daniele Borioli (Pd), Lucio Malan, Enrico Costa e Maria Rizzotti (Pdl), l’ex vicepresidente dei parlamentari Pdl e attuale sindaco di Valgioie (Torino) Osvaldo Napoli, l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Barbara Bonino.

Della task force, coordinata dal direttore della Struttura tecnica di missione del Ministero Ercole Incalza – precisa una nota – fanno parte il ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, i sindaci dei Comuni direttamente interessati dai cantieri (Susa, Bussoleno e Chiomonte) e il commissario del governo Mario Virano. Tra i compiti, chiarisce sempre la nota – la definizione delle opere di riqualificazione del territorio che accompagneranno l’esecuzione della Tav (quelle che secondo il ministro sono impropriamente definite “compensative”), la ricognizione delle esigenze provenienti dal territorio, il coordinamento della comunicazione da parte di tutte le istituzioni pubbliche coinvolte, la convocazione di incontri periodici con i sindaci di altri Comuni della Valle e con le realtà imprenditoriali. Ogni 60 giorni il Cipe verrà informato dalla task force sulle opere di riqualificazione in modo da garantire la continuità dei flussi finanziari.

Intanto la Procura di Torino rende noti i numeri riguardanti la questione Alta velocità: 123 i fascicoli e 707 gli indagati negli ultimi tre anni per diversi episodi legati alla vicenda Tav. Ci sono poi centinaia di fascicoli aperti contro ignoti. I reati contestati sono principalmente di danneggiamento violenza e resistenza a pubblico ufficiale. In particolare i fascicoli aperti dai magistrati torinesi sono stati 9 nel 2010 con 108 iscritti su registro degli indagati, 64 nel 2011 con 327 indagati e 50 nel 2012 che hanno riguardato 272 persone.

Sulle tensioni in Val di Susa interviene anche Beppe Grillo: “Non so che cosa stia succedendo, che cosa ci sia dietro gli incidenti per la Tav, ma so che abbiamo bisogno di intelligenza e non di violenza”. Il leader del Movimento 5 stelle ad Ancona dice: “Non ci possiamo permettere la Tav perché le merci sono in diminuzione, mentre aumentano i costi di manutenzione della Tav”. Il M5S è contro la ratifica del trattato internazionale tra Italia e Francia sulla Torino-Lione e ha presentato un disegno di legge, a firma di tutti i senatori, per abrogare la legge 228 del settembre 2002 relativa appunto alla ratifica ed esecuzione dell’accordo sulla Tav del gennaio 2001. 

I magistrati torinesi hanno risposto all’escalation degli attacchi al cantiere alzando il tiro con gli strumenti offerti dal codice penale: quelle bombe molotov scagliate all’interno del perimetro erano potenzialmente in grado di uccidere agenti delle forze dell’ordine od operai, e i magistrati, in un fascicolo di indagine aperto per ora a carico di ignoti, oltre alle tipiche contestazioni da guerriglia urbana (danneggiamento, porto di esplosivi) ipotizzano anche il tentato omicidio. Si pensa che il gruppo abbia agito – come già in altre occasioni – senza raccordarsi con il movimento No Tav “ufficiale”, quello dei comitati della Valle di Susa. Persone che forse partecipano alle riunioni e alle manifestazioni di protesta mescolandosi ad attivisti e simpatizzanti, ma che hanno anche dato vita in maniera del tutto autonoma a una specie di nucleo parallelo più aggressivo.

Ora gli investigatori stanno setacciando gli ambienti dell’antagonismo non solo a Torino e in Piemonte, ma anche nel resto d’Italia, mentre la procura guidata da Gian Carlo Caselli ha fatto entrare nel pool anche il pm Sandro Ausiello, coordinatore delle indagini sul terrorismo. Non si può escludere che in futuro, se emergeranno elementi, nel fascicolo non venga contestata anche l’aggravante della finalità eversiva. Intanto però proseguono i preparativi per il campeggio a Venaus previsto per il weekend del 18 e 19 maggio

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