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Crisi di governo: Gargamella e i puffi

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Io penso che bisognerebbe rendere l’onore delle armi a Pier Luigi Bersani: si è giocato l’ultima grande occasione della sua carriera politica con dignità. Anche i puffi – Schtrumpf, nell’originale francese – dovrebbero riconoscerglielo, al povero Gargamella: è stato un avversario leale. Non so voi, ma io non riesco a dimenticare la diretta in streaming: lui a un lato del tavolo, esaminato come uno scolaretto dalla puffina saputella, Miss Simpatia Lombardi, e dal puffo-tricheco, l’incredibile Vito Crimi. Fossi stato al posto di Gargamella, dopo la battuta su Ballarò, gli avrei rovesciato il tavolo in testa. Invece, lui impassibile, ha persino finto di chiedergli la fiducia.

La partita più dura, del resto, non era con i puffi ma al Quirinale, con il Grande puffo in persona: il quale non ha ancora capito che i due terzi del paese Berlusconi non vogliono più vederlo neppure in cartolina, altro che farci il governissimo. Però anche al Grande puffo va dato atto di una cosa: se avesse dato le dimissioni, come a questo punto sarebbe stato corretto, martedì sui mercati sarebbe stato un bagno di sangue ancora peggiore di quello che sarà. Allora si è inventato questa cosa delle dieci cariatidi: per prendere tempo, ma anche per evitare le elezioni a giugno che, oggi e con questa legge elettorale, il Berlusca probabilmente vincerebbe. Inoltre, è stato bene attento – l’avete notato? – a non metterci nessuno, fra le cariatidi, che potrebbe correre per la Presidenza della Repubblica.

È su quello che si gioca tutto: e su quello in Parlamento c’è una maggioranza dei due terzi in grado di eleggere un Presidente come si deve, beninteso se tutti gli Schtrumpf dei vari schieramenti, e in particolare gli inciucisti del Pd, non si mettono a fare casino. Ma anche di questo bisogna dare atto a Gargamella: al Berlusca, e al Pd-più-elle, non sono stati dati né salvacondotti né assicurazioni. Con questo estremo servizio reso al Paese, Pier Luigi Bersani esce a testa alta dalla scena politica: almeno spero. Ora tocca ad altri: Matteo Renzi ha gia fatto la sua mossa da statista, andando a farsi intervistare dagli Amici degli Amici

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