Bus ancora fermi. E’ previsto per il 22 marzo 2013 lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, della durata di 24 ore, indetto dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl trasporti. Che venerdì prossimo incroceranno le braccia a sostegno della vertenza relativa al rinnovo del contratto nazionale. Lo stop, precisano però i rappresentanti dei lavoratori, non avrà nulla a che vedere con il blocco quasi totale dei mezzi pubblici portato avanti dai dipendenti Tper, che il 14 marzo, dopo l’annuncio choc del buco di bilancio dell’azienda, pari a 9,4 milioni di euro, hanno bloccato Bologna e Provincia per tutta la mattinata, lasciando parcheggiati nei depositi più del 90% degli autobus. Niente “sciopero selvaggio”, insomma, i servizi nel corso della giornata saranno, in alcune fasce orarie, garantiti.

Per chi usufruisce dei servizi automobilistici e filoviari Tper per le aree di Bologna e Ferrara (autobus e corriere), lo stop andrà dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio. Negli orari di sciopero, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno invece garantiti.

Per quanto riguarda i mezzi urbani, suburbani ed extraurbani dell’area di Bologna saranno garantite solamente le corse dal capolinea centrale verso periferia, e viceversa, al mattino fino alle ore 8.15 e la sera fino alle ore 19.15. Al numero di telefono 051-290290 sarà garantita, per tutti coloro che desiderassero ricevere informazioni, la presenza di un operatore fino alle ore 9, e dalle ore 16 al termine del servizio.


Nella zona di Imola, invece, saranno garantite tutte le corse in partenza dalla stazione ferroviaria e dall’autostazione, fino alle ore 8.20 al mattino e fino alle ore 19.20 alla sera.


Per i mezzi pubblici di Ferrara, urbani, extraurbani e servizio Taxibus, saranno garantite unicamente le tratte dai capilinea periferici, centrali e intermedi, con orario di partenza fino alle ore 8.15 al mattino e fino alle ore 19.15 alla sera.

Infine, per gli utenti dei servizi ferroviari Tper, lo sciopero di 24 ore si svolgerà dalle ore 00.01 alle ore 24.00 di venerdì 22 marzo, con fasce di servizio garantite dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 18 alle ore 21 sulle linee della rete di competenza Fer Bologna-Portomaggiore, Bologna-Vignola, Ferrara-Suzzara, Ferrara-Codigoro, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo, Reggio Emilia-Ciano d’Enza, Modena-Sassuolo e Parma-Suzzara.

Alla fermata nazionale, annunciata a novembre e posticipata di mese in mese fino a marzo, non parteciperà invece l’Usb, l’unione sindacale di base, che si è schierata a fianco degli autisti bolognesi che il 14 marzo hanno incrociato le braccia per protestare contro le condizioni di lavoro imposte dal colosso del trasporto pubblico. “Il nostro sciopero nazionale lo faremo l’8 aprile – spiega Beppe Milzi, lavoratore Tper e delegato Usb – noi non siamo d’accordo con le ragioni per le quali gli altri sindacati sciopereranno il 22 marzo. Le richieste presentate ai rappresentanti dei lavoratori dalle associazioni datoriali penalizzano i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico, e non è possibile partire dai punti presentati per costruire una trattativa vera”.

Per il rinnovo del contratto nazionale, infatti, saranno oggetto di discussione alcuni fattori che secondo l’Usb “non sono negoziabili”: l’introduzione degli straordinari obbligatori, la revisione o l’eliminazione delle diarie legate alle residenze, la revisione della malattia, “sappiamo che proveranno a fare sì che i primi giorni non vengano pagati, o vengano pagati solo la metà”, e infine l’aumento degli orari lavorativi.

“Queste condizioni non sono accettabili – continua Milzi – il nostro è un lavoro usurante, fisicamente e psicologicamente, e non possono chiederci di lavorare di più pagandoci di meno, quando c’è già chi deve coprire turni lunghi anche 18 ore. Lo sciopero del 14 marzo per noi è stato l’ultima spiaggia, l’8 aprile presenteremo una nostra piattaforma per aprire una discussione sul rinnovo del contratto”.

In risposta allo stop imprevisto del 14 marzo è arrivata anche la condanna del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. “E’ grave che i servizi pubblici non diano il tempo per organizzarsi – ha dichiarato l’ex commissario di Bologna, in città per partecipare alla cerimonia di premiazione relativa al premio Marco Biagi – chi svolge funzioni pubbliche deve anche avere rispetto dei cittadini”.

“Non sono state garantite le fasce minime di servizio – ha criticato lo sciopero anche Andrea Colombo, assessore al Traffico di Bologna – è stato causato un danno gravissimo ai cittadini per le modalità illegittime di protesta, come dimostra l’apertura di un fasciolo da parte della procura per interruzione di servizio e violenza privata”.

La giunta si è però detta disponibile a dialogare con le parti, per cercare di superare le criticità evidenziate durante l’incontro in Comune. “Abbiamo due possibilità per reagire – ha aggiunto Colombo – una conflittualità totale che non porta da nessuna parte e aggrava i problemi, o il tentativo faticoso di fare ciascuno la propria parte, enti locali, azienda e lavoratori. Se ci si mette insieme in questa prospettiva, le istituzioni sono disponibili a sedersi ad un tavolo e far sì che le relazioni sindacali possano proseguire in modo più sereno”. Fuori dal coro di critiche, piovuto sugli autisti bolognesi da parte del centrodestra e del Pd cittadino, unanimi nel dichiarare “inaccettabile” quando non “incivile” lo stop del 14 marzo il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che si è schierato dalla parte dei lavoratori. “Una protesta così non si vedeva da dieci anni – ha sottolineato il consigliere grillino Marco Piazza – ma nessuno si pone il problema di capire perché. Io non credo che gli autisti siano impazziti”.

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