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Nigeria, rapiti sette tecnici nel Nord del Paese. Tra loro c’è anche un italiano

A Jama'are un commando armato ha fatto irruzione in un'azienda di costruzioni e ha rapito alcuni dipendenti stranieri, tra cui Silvano Trevisan, un ingegnere italiano di 69 anni originario di Santo Stino di Livenza. La Farnesina ha già attivato l'unità di crisi e sta seguendo la situazione. Terzi ha ribadito che la priorità assoluta è "l'incolumità del connazionale"
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Nord della Nigeria, città di Jama’are nello stato di Bauchi. Nella notte tra sabato e domenica un commando di uomini armati ha fatto irruzione nell’azienda di costruzioni libanese Setraco uccidendo una guardia di sicurezza. La banda ha rapito un gruppo di dipendenti stranieri, tra cui un italiano, come confermato dalla Farnesina. Si tratta di Silvano Trevisan, un ingegnere di 69 anni, originario originario di Santo Stino di Livenza, in provincia di Venezia. Gli altri sono quattro cittadini libanesi, un britannico e un greco.

Il ministero degli Esteri italiano ha immediatamente attivato l’unità di crisi. Il capo del dicastero, Giulio Terzi, segue da vicino il rapimento: attraverso l’ambasciatore ad Abuja e il consolato italiano a Lagos l’Italia è infatti in contatto con le autorità nigeriane alle quali è stato ribadito che “la priorità assoluta dell’Italia è l’incolumità del connazionale”.

Nell’ultimo anno e mezzo, il nord della Nigeria è stato teatro di una serie di sanguinosi attentati da parte della setta estremista islamica Boko Haram, soprattutto ai danni della comunità cristiana. L’8 marzo dell’anno scorso Franco Lamolinara, un ingegnere italiano, fu ucciso dai suoi sequestratori durante un blitz delle teste di cuoio nigeriane con l’assistenza delle forze speciali britanniche per liberare lui ed un collega britannico dai terroristi di Boko Haram. L’episodio provocò frizioni diplomatiche tra Londra e Roma. A giugno invece il sequestro di un altro italiano, Modesto Di Girolamo, si era risolto con la sua liberazione dopo cinque giorni. Secondo le prime ricostruzioni, anche dietro al rapimento di Trevisan ci sarebbe la mano degli estremisti.

L’attacco di sabato notte è stato preceduto da un assalto a una stazione di polizia dove erano tenuti in custodia dei criminali comuni e poi da una bomba esplosa vicino al posto di guardia al compound della Setraco. Dopo l’esplosione, i poliziotti e alcune guardie private sono uscite dal compound rimanendo falcidiate dai colpi di kalashnikov dei terroristi. Secondo fonti locali, i morti, tra poliziotti e guardie di sicurezza, sarebbero almeno una dozzina, ma per il momento la polizia nigeriana non ha confermato il numero delle vittime.

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