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5 Stelle, la capolista al Senato in Emilia: “Non farò cadere il prossimo governo”

Michela Montevecchi, sicura senatrice del Movimento alle prossime elezioni, ai microfoni di Radio Città del Capo fa capire di non essere d'accordo con Grillo: "Nessuna alleanza, ma cerchiamo di capire che siamo in una crisi profonda. Ognuno metta da parte le proprie ideologie e speriamo che l'esecutivo duri a lungo"
5 Stelle, la capolista al Senato in Emilia: “Non farò cadere il prossimo governo”
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“Tutti dicono che questo governo durerà poco, io invece mi aspetto da parte di tutte le forze politiche una presa di responsabilità per fare in modo che duri il più a lungo possibile”. Si aggiunge una nuova opinione “non allineata” e prevista nel programma del MoVimento 5 Stelle anzi, del tutto all’opposto delle dichiarazioni de leader Beppe Grillo. Ma non stiamo delle parole di qualche dissidente o di un fuori onda malandrino, bensì di Michela Montevecchi, la capolista dei 5 Stelle al Senato nella circoscrizione dell’Emilia Romagna.

Ai microfoni di Radio Città del Capo, la bella 41 enne insegnante d’italiano, ha fatto capire che non sarà di certo lei, una volta eletta senatrice ad affondare un futuro governo italiano: “Siamo tutte persone di buon senso e c’è una crisi profondissima nel nostro paese. Dovremo mettere tutti da parte le nostre ideologie, incontrarci, sacrificare qualcosa tutti quanti, andare avanti e fare in modo che questo paese si riprenda”. La Montevecchi precisa comunque che “non si tratta di concepire alleanze, ma semmai di votare proposte quando, come in consiglio comunale a Bologna, le proposte altrui portano avanti contenuti in accordo coi nostri e che ci piacciono”.

Una posizione netta e parecchio distante dai proclami che in questi giorni Grillo declama sulle piazze dello Tsunami tour dicendo che tra “sei mesi si tornerà a votare”. La Montevecchi del resto aveva già preso le distanze anche della cosiddetta “apertura” a CasaPound da parte di Grillo: “Con l’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali è vietata la riorganizzazione del disciolto partito fascista”, aveva spiegato su Facebook, “Cosa ci faceva CasaPound davanti al Viminale per depositare il simbolo?”

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