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A 300 km/h in autostrada nel Paese dei bulli (video)

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Il suo nickname è loris75pc e ha la passione per le auto sportive.

Da diversi mesi ha aperto un canale su YouTube in cui si pavoneggia delle proprie prodezze sulle autostrade italiane a bordo di auto di lusso mentre affronta rotonde in derapata, mentre sfreccia a oltre 300 km/h alla guida di una Lamborghini, mentre sotto una pioggia scrosciante porta una Ferrari spider ad alta velocità tenendo il volante con un ginocchio in modo da riprendere tutto quanto con il proprio telefonino.

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In molte occasioni Loris non è solo a bordo e sugli altri sedili siedono passeggeri per nulla intimoriti dalla sua guida ‘sportiva’ e che, a volte, dormono ‘sonni tranquilli’.
‘Giù tutto’ è la parola d’ordine di quasi tutti i video per indicare il pedale dell’acceleratore spinto a fine corsa. Oltre a mostrare il tachimetro dell’auto su cui si trova al momento, il protagonista si lascia andare a commenti di varia natura: alla guida di una Nissan GTR fa notare che oltre i 280 km/h “fa molta fatica”, il tutto mentre si concede uno “slalom gigante in mezzo alle auto normali” e poi chiosa dicendo “questa macchina va molto bene fino a 280, poi è meglio la 127 Gran Sport”. Superando una Fiat Multipla non perde occasione di prendere in giro la posizione del guidatore, sostenendo che se vuoi un finanziamento per una Multipla devi dimostrare di guidare in posizione ‘appollaiata’.

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Il codice della strada prevede pene severe per punire l’eccesso di velocità: superando di oltre 60 km/h il limite di velocità, la sanzione pecuniaria prevista varia dagli 821 ai 1.094 euro, la decurtazione di 10 punti dalla patente e la sospensione del permesso di guida per un periodo compreso tra i 6 e i 12 mesi. Ma in questo caso si potrebbero configurare anche la competizione sportiva su strada e l’attentato alla sicurezza dei trasporti, reati che furono già contestati al giovane che nel novembre del 2006 caricò filmò e pubblicò sul web le proprie scorribande in moto lungo l’autostrada A7.

Oltre al comportamento profondamente antisociale messo in atto da questo soggetto, quello che sbalordisce è il senso di sicurezza percepita che gli permette di pubblicare senza timore di essere scoperto e sanzionato le proprie malefatte sul web. È la stessa sicurezza percepita da quei cittadini che sono soliti lasciare l’auto nel parcheggio riservato ai disabili, oppure in doppia fila o magari sulla ciclabile perché “tanto sono solo cinque minuti e poi la tolgo”, da quei cittadini che ammettono pubblicamente di evadere le tasse “perché è l’unico modo di fare impresa”.

Sembra di essere di fronte al paradigma di un Paese sospeso a metà tra le vicende di Corona e una pubblicità che ti dice “ora che conosci le regole, dimenticale”, un paese in cui chi rispetta le regole è un fesso e chi le trasgredisce è invece il fenomeno da imitare. E forse è davvero così.

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