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Camorra, arrestato capo del clan dei “girati”

Il nome di Antonio Leonardi era inserito nella lista dei latitanti da catturare ad ogni costo dopo la cattura di Mariano Abete. E’ considerato, infatti, uno dei capi dei “girati”, ovvero una fazione del clan che ha dichiarato guerra agli “scissionisti” o agli “spagnoli”
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Si nascondeva in un appartamento di piazza Garibaldi, a Napoli, Antonio Leonardi, 52 anni, l’uomo accusato di controllare gran parte delle piazze di spaccio della droga nel quartiere di Scampia.

Gli agenti del commissariato Vicaria e gli uomini della Squadra Mobile della questura di Napoli hanno circondato l’edificio dove Leonardi si nascondeva precludendogli così ogni possibilità di fuga. Il suo nome era inserito nella lista dei latitanti da catturare ad ogni costo. E’ considerato, infatti, uno dei capi dei “girati”, ovvero una fazione del clan che ha dichiarato guerra agli “scissionisti” o agli “spagnoli”.

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E così per settimane i poliziotti hanno battuto ogni pista, con l’obiettivo di bloccarlo. Gli investigatori hanno capito che Leonardi non poteva essere lontanissimo da Napoli, dalla zona di Scampia e di Secondigliano, quartieri che sono l’epicentro degli affari dei clan che si fronteggiano per il controllo del fiume di denaro che proviene dalla vendita della droga.

Il nome di Antonio Leonardi era stato inserito nell’elenco della persone più pericolose della faida di Scampia lo stesso giorno della cattura del boss Mariano Abete, ventunenne reggente dell’omonimo clan, cioè il 24 novembre scorso. Un “vecchio” il cui profilo criminale contrastava molto con quelli dei più giovani emergenti capi. Leonardi era ricercato dal 15 ottobre di quest’anno, sfuggito ad un maxi-blitz della Giardia di Finanza di Roma, e colpito da un ordine restrittivo, emesso durante l’estate, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per il traffico di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia partenopea, l’uomo era la mente dei Vanella Grassi, i cosiddetti “girati” e “segno’ la svolta nella strategia di azione del gruppo camorristico”. 

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