Soffriggete per amore o per altro, per una donna, un uomo, un figlio, per il vostro paese, il nostro pianeta o l’ultimo dei vostri amici o il primo dei vostri nemici.
Non potete evitare, in questi giorni, di preparare cibo per il soggetto o i soggetti del vostro amore, lontani da qualsiasi rancore.

Se amate una donna, suggerirei di cercare un pane fragrante spalmandoci sopra un po’ di burro e aggiungendoci fette di tre quattro/millimetri di un salamino di tutto riguardo. Bere bollicine per questa merenda dell’alleanza emotiva viene naturale.

Se amate un uomo, la pasta con l’anduja chiarirà, con la piccantezza necessaria, sia a lui che a voi con chi avete a che fare. Fondamentale chiedere aiuto a donne calabresi sul come e perché di questo piatto.

Se amate un figlio, apparecchiate la tavola come se doveste ricevere un re o l’ultimo dei poveri Cristi, date fondo al cibo della vostra memoria. Non lasciate chi correrà per voi e dopo di voi senza testimone. Fritti, minestroni, stufati, verdure stagionali come i carciofi, dovranno traboccare di generosità, con olio buono e condimenti vari, senza mai tralasciare aglio e pepe, coscienti che il mondo sarà sempre più vegetariano, dedicate massima attenzione ai conigli, ai polli, ai piccioni e a tutte le carni.

Se amate il vostro paese, cercate cibo per la vostra anima nelle associazioni, nel vostro posto di lavoro, nelle scuole, nelle mense, nelle trattorie di quartiere, a Palermo o alla Giudecca. Promettete a voi stessi di venire a Firenze dove alle Cascine, il parco cittadino della mia città, al primo tepore di primavera, si ritrovano nelle domenica di festa la comunità filippina o altre comunità con mille lingue, con i loro bracieri ad arrostire ogni ben di Dio. Facile sarà lì trovare la condivisione e se poi porterete un pallone il gioco verrà come una macchina del tempo a riportarvi al quando da ragazzi… Sempre lì guarderete con stupore le mazze da cricket degli srilankesi che hanno fatto loro lo sport di chi li aveva colonizzati, bevendo te fra un tempo e l’altro. Se sarete fortunati conoscerete la loro magnifica cucina.

Per il pianeta, giurerete a voi stessi di adottare un orto in Africa, in questo Terra Madre insegna. Adotterete poi anche un orto dietro casa o nella vostre periferie.

Per gli anni a venire vi riprometterete di  mangiare, insisto, poca carne ma buona e molte verdure, pezzetti di formaggio e molta frutta, riducendo la misura del vostro prossimo frigorifero eliminando quella inutile testa surgelante uomini ed idee, ricordandovi di ingrandire, questo è fondamentale, la vostra dispensa e il tavolo della vostra cucina.
Giurate a voi stessi di mangiare pesce dei vostri mari evitando di depredare i mari altrui, lascerete marcire negli scaffali luminescenti quei pallidi pomodori contro stagione.

Libererete voi stessi da inutili sensi di colpa mangiando piccole dosi di burro spalmato su fette di pane con filetti di acciughe o con il sale, o con la zucchero equo e solidale.
Soffriggerete così d’amore per la vita, unica, preziosa ed emozionante, con un perenne grazie ripetuto agli amici e ancor più forte gridato ai nemici, che non saranno più tali se scapando sempre delle acciughe, friggerete queste ballerine di Dio infarinandole nell’olio più costoso che vi sarete regalati per queste festività.

Ultima raccomandazione: che il coraggio di condividere sia con voi.

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