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Terremoto: il salasso dei mutui. Ma noi non ce la facciamo

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La lettera della Cassa Depositi e Prestiti, una delle controllate dal ministero delle Finanze, dove si chiede il pagamento di parte delle rate dei mutui contratti negli anni scorsi entro il 31 dicembre 2012 mi è arrivata ieri pomeriggio alle 16.

La cifra da corrispondere per il comune di Novi di cui sono sindaco, è di circa 30 mila euro. Subito non capivo. Sembrava uno scherzo. Invece era vero. Le leggi emanate dopo il sisma di maggio sospendevano tutto fino a giugno 2013, ma dalle verifiche fatte dalla Cdp, come scritto sulla mia lettera e sulle lettere inviate ad altri sindaci, per ora non tutti, dei paesi colpiti dal terremoto, almeno una parte dovrebbe essere pagata immediatamente entro 15 giorni.

A Cento chiedono subito 250mila euro, a Bondeno 100 mila e via via per altri comuni. Ma, come dicono anche i sindaci Fabbri, Lodi, e Broglia di Crevalcore (a cui la lettera sembra ancora non essere arrivata), i bilanci sono già stati chiusi e in così pochi giorni racimolare quella cifra è impossibile. Il rischio di commissariamento, formalmente, è dietro l’angolo.

Ancora una volta ciò che è accaduto in Emilia rimane roba nostra, riguarda solo noi, quindi la percezione esterna, del resto dell’Italia, sembra pari allo zero. E’ terribile che da parte di un ente statale come la Cassa Depositi e Prestiti, che dovrebbe sostenere gli enti locali del cratere del sisma del maggio 2012, si comporti in modo così repentino. Così non va bene per nulla.

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