Una voce che fa quello che vuole, dal gorgheggio alla lirica passando per il free-jazz e il rock. L’ugola di John De Leo che da tempo ha varcato i confini della sua città natale – Lugo – e ancora non cessa di stupire le platee italiane ed europee si prepara a stregare Bologna.

Sperimentazione, destrutturazione dei canoni e degli della melodia vocale. De Leo è da ascriversi a pieno titolo in quella scia di grandi pionieri della strumentazione della voce che da Leon Thomas e Demetrio Stratos porta fino alla contemporanea Diamanda Galas.  Per controllare le onde sonore emesse dalla voce, per saperle utilizzare con un vero e proprio sintonizzatore, si direbbe necessario uno studio; bene, De Leo non ha mai studiato tecnica vocale. La sua propensione naturale è il  basso baritono, ma riesce ad emettere note acute senza alcuno sforzo e senza alcuna affettazione.

De Leo capisce fin da giovane che la sua strada è la musica. Per mantenersi suona con una miriade di gruppi romagnoli finché, nel 1992, diventa la voce degli Hot Road Gang che presto abbandoneranno gli strumenti elettrici per diventare i Quintorigo. Fin dal primo album la particolarità della voce di de Leo, unita alla stranezza di fondere rock pop e jazz con strumenti classici e senza batteria, fa conoscere il quintetto anche fuori Romagna. Il secondo album Rospo riscuote un buon successo commerciale; Zapping, il quarto brano, composto unicamente da tracce di voce sovrapposte, esprime al meglio le potenzialità di De Leo. Dopo la partecipazione a San Remo nel 2001 e quattro album realizzati De Leo decide di abbandonare.

Dall’abbandono dei Quintorigo de Leo prende parte ed è promotore di innumerevoli progetti, anche non a carattere strettamente musicale. Collabora con artisti di diversa estrazione – spaziano dal jazz alla musica leggera passando per il teatro e il mondo della cultura. Ecco, tra gli altri, con chi calca le scene: Enrico Rava, Teresa De Sio, Stefano Benni, Banco del Mutuo Soccorso, Carlo Lucarelli, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Franco Battiato, Enrico Rava, Carmen Consoli, Ivano Fossati, Alessandro Bergonzoni, Trilok Gurtu, Stewart Copeland. Innumerevoli anche i festival e le rassegne teatrali a cui partecipa.

Un personaggio poliedrico, mai fermo e uguale a se stesso. La scaletta per lui è solo un pro forma, è l’improvvisazione a farla da padrona in ogni suo spettacolo. La commistione di generi artistici (musica, letteratura e video arte) con cui si è cimentato nel corso degli anni lo ha portato a condensare il tutto in una forma di happening artistico che lui stesso chiama “videomusicazione di testi”.

Il concerto di giovedì 13 dicembre si terrà al Bentivoglio Club nell’ambito di Salotto Muzika – rassegna live organizzata dall’etichetta indipendente La Fabbrica. Il club, ancora noto ai bolognesi come “La Scuderia”, si trova nella centralissima e chiacchieratissima Piazza Verdi e propone sotto recente gestione Locomotiv Club concerti davvero interessanti. Il repertorio sarà necessariamente tratto in parte dall’ultimo e unico lavoro solista  Vago svanendo (che ormai risale al 2008), ma ci aspettiamo che, insieme a Fabrizio Tarroni (chitarra semiacustica), Dario Giovannini (chitarra elettrica, fisarmonica, macchina da scrivere), Beppe Scardino  (clarinetto basso, sax baritono) e Piero Bitolo Bon  (clarinetto basso, sax baritono), De Leo faccia riecheggiare nelle scuderie dei Bentivoglio anche qualche brano estrapolato dal suo prossimo lavoro in studio che sembra essere davvero vicino. 

Le porte aprono alle 21.00, il concerto inizia alle 22.00; biglietto a 10 euro. Info: www.la-fabbrica.org; www.johndeleo.net; ww.livenation.it

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